sabato 21 febbraio 2015

Suor Lisa, star del football: alleno per trasmettere la Fede


Se pensavate di esservi abituati a tutto, vedendo suor Cristina cantare Like a Virgin di Madonna, è perché non avevate ancora conosciuto suor Lisa Maurer.
Per incontrarla dovete andare a Duluth, la città del Minnesota dov’è nato Bob Dylan. Prendete la macchina e andate al Centro di salute che sorge poco distante dal Monastero di Santa Scolastica, dove suor Lisa vive. Lei si occupa dei membri anziani della comunità, insegna catechismo e svolge mille altre attività di servizio nel monastero e in parrocchia.
Fino a pochi mesi fa, la vita di suor Lisa – come si usa dire – non faceva notizia. Poi le hanno chiesto un impegno particolare: allenare la squadra maschile di football americano del St. Scholastica Athletics. «Il football mi è sempre piaciuto ma non sono mai stata una sfegatata, anche se mio padre era un allenatore i miei fratelli dei tifosi» ha spiegato al Catholic News Service. Eppure sette anni fa le suore del Monastero di Santa Scolastica hanno avviato un programma educativo che comprendeva anche il football. «I ragazzi si allenavano nel cortile del monastero e, ogni tanto, mi capitava di dare un’occhiata». Fino al marzo 2014. Quando Kurt Ramler, l’allenatore della squadra, si avvicinò a suor Lisa e le propose di diventare vice-allenatore.
«Ero titubante perché non volevo assumermi una responsabilità che avrebbe potuto creare problemi agli altri miei impegni». Il coach Kurt la convinse così: «Lei ha già allenato le ragazze-studentesse che giocano a pallavolo, pallacanestro e softball. Ora avrà la possibilità di far crescere questi ragazzi con un altro sport».
In poco più di otto mesi suor Lisa è diventata un mito. La squadra che allena infatti continua a vincere. Non pensiate però che la nostra benedettina si sia montata la testa. Tutt’altro. Lei ha i piedi ben piantati per terra e nel Vangelo. «Giocare a calcio per questi ragazzi è un’opportunità innanzitutto educativa». E la fama? Come vive la fama? «Spero che chi leggerà la mia storia sappia andare oltre la curiosità e si avvicini a Dio. Lui è presente nelle nostre vite. Sempre. Anche quando giochiamo. A me non interessa vincere. Il mio sogno più grande è che grazie a questa storia un giovane pensi alla vocazione religiosa o a che modo può servire la Chiesa col suo talento».
Insomma, vista sul campo suor Lisa potrebbe sembrare solo un «personaggio» uscito da qualche film americano, ma se la lasciate parlare scoprirete che è una suora tutto tondo. Vera. Verissima.

9 dicembre 2014

FONTE: http://www.avvenire.it/Sport/Pagine/suor-Lisa-Maurer-allenatrice-star-del-footbal.aspx


Bel connubio tra Fede e sport. E non stupisca questa cosa..... Dio è dappertutto, si può trovare dovunque e si può portare a chiunque. Anche a dei ragazzoni impegnati in uno sport "rude" come il football americano, i quali certamente beneficeranno molto dell'apporto morale e spirituale di suor Lisa, oltre che nello sport, sopratutto nella vita di tutti i giorni e nell'Amore verso il Signore.

Marco

mercoledì 11 febbraio 2015

La storia di Noah e Lucas, vincenti nello sport ma sopratutto nella vita


Per un bambino di otto anni concludere una gara di triathlon è già di per sé una vicenda davvero insolita, ma Noah e Lucas hanno fatto qualcosa di straordinario, che ha fatto in pochi giorni il giro del mondo. La loro partecipazione a una gara di triathlon per bambini non ha solo commosso migliaia di persone in tutto il mondo, così avaro di buone notizie piene di umanità e Amore, ma ha anche mosso milioni donati all'Associazione creata dalla madre dei bimbi, Alissa Aldrich, la Lucas House.

Lucas Aldrich è infatti un bimbo di sei anni nato con una particolare forma di Lissencefalia: una rarissima malattia genetica che ha portato a uno sviluppo anomalo della corteccia cerebrale durante la gravidanza. I bimbi nati in questa condizione hanno un ampio e diversificato spettro della disabilità: Lucas non può parlare, muoversi o alimentarsi autonomamente. Ma quando si fa notare i problemi del fratellino, Noah risponde sempre con disarmante semplicità: A me piace tutto di lui. Lui è perfetto!.
La storia della famiglia Aldrich ha oltrepassato i confini dell'Idaho quando qualche giorno fa i due fratellini hanno partecipato a un triathlon locale, organizzato dalla YMCA Kids Programm: “E' stata un idea di Noah – ha dichiarato Alissa ai giornalisti – mi ha chiesto di farlo con suo fratello”. Le difficoltà pratiche non hanno certo spaventato la famiglia né il ragazzino di appena 8 anni, che ha cominciato subito ad allenarsi duramente per la competizione. Noah, che fino a pochi mesi prima nuotava a fatica, ha affrontato 200 metri a nuoto, trainando il fratellino su un canotto, per poi percorrere 3 miglia in bicicletta con attaccato un carrello apposito, con il quale da tempo Lucas va in giro per il quartiere con il fratello. Ultima tappa la corsa: Noah ha spinto la sedia a rotelle di Lucas per un miglio prima di tagliare il traguardo nell'esultanza generale.


L'impresa dei due fratellini ha emozionato centinaia, migliaia di persone facendo diventare virale la loro storia sui social network fino a finire sui notiziari nazionali e sui quotidiani di tutto il mondo. L'attenzione e l'ammirazione per i due bambini e la loro famiglia si è concretizzata non solo nelle migliaia di messaggi pieni di commozione che hanno ricevuto anche su facebook (Lucas House) e sul loro blog e sito (www.lucashouse.org) ma in donazioni per finanziare il grande progetto di Alissa: la costruzione di un hospice in grado di accogliere e aiutare bambini affetti da patologie terminali simili a quelle del figlioletto con programmi di pet therapy, music therapy, aquatic therapy, a supporto e miglioramento non solo della vita dei piccoli pazienti, ma sopratutto dei loro genitori. Ispirati dall'esempio inglese della Helen & Douglas House (un hospice per bambini creato da suor Frances Dominica, basato sull'esperienza personale raccontata in un libro da Jacqueline Worswich, madre di Helen), i coniugi Aldrich hanno aperto un blog e poi un sito per raccontare la loro esperienza. Il motto dell'associazione fondata dai genitori è “a Life without limits” e non potevano certamente scegliere nulla di meglio, spiega la mamma: “Lui fa tutto con noi, e noi cerchiamo di fargli fare esperienza di tutto il possibile”.



Le disabilità di Lucas infatti, non gli hanno impedito, grazie allo sforzo e l'Amore della sua famiglia, di sciare, visitare l'America, andare a Disneyland (grazie al programma Make e Wish) e per ultimo, di fare triathlon. Ad aiutarli non solo amici e parenti, ma anche tutti coloro che sono venuti a conoscenza della loro situazione: un gruppo di studenti della Boiso State University per esempio, li ha aiutati a progettare e costruire una piattaforma per aiutare Lucas a salire nell'auto di famiglia. Piccoli aiuti ma che acquisiscono un enorme significato. I coniugi Aldrich hanno sempre trattato Lucas come un membro a pieno titolo della famiglia, condividendo con lui tutto, riservando a entrambi i figli il medesino Amore e rispetto: lo straordinario attaccamento di Noah per Lucas non è mai stato forzato, è naturale, non artificioso o costruito per fare spettacolo e raccogliere solo le attenzioni mediatiche come spesso si sente raccontare. L'affetto nella loro famiglia non si confonde con il pietismo o la compassione superficiale: ed è proprio questa purezza di cuore che ha commosso tutti. In un intervista esclusiva rilasciata elle colonne del Telegraph, Alissa ha confessato: “E' vero, non può camminare, non può parlare e non può muoversi, ma è il bambino più felice che si può immaginare”. I due fratellini poi non si separano mai, e l'attenzione che Noah ha per Lucas è incredibile; ecco cosa racconta la madre: “Noah non prova gelosia per il fratello, o se dedichiamo maggiori attenzioni a Lucas piuttosto che a lui. Ma si arrabbia moltissimo quando qualcuno entra dalla porta e non lo saluta”.
Mentre il clamore mediatico si concentra sopra la loro casa, i due fratellini hanno già cominciato ad allenarsi per la prossima gara. La loro storia è fonte di ispirazione per tutti: “E' incredibile vedere come la storia di due bambini abbia fatto il giro del mondo e l'impatto che ha sulle nostre vite e su quelle di tante altre famiglie che vivono la nostra stessa esperienza!”, ha commentato Alissa.

4 agosto 2014

FONTE: http://www.ilsussidiario.net/News/Calcio-e-altri-Sport/2014/8/4/Triathlon-Video-vince-una-gara-con-il-fratellino-disabile-la-storia-di-Noah-e-Lucas/518416/



Storia stupenda, che con grande emozione pubblico sulle pagine di questo blog.
C'è proprio tanto in questa storia: l'Amore di una famiglia con 2 figli, uno sano e uno gravemente malato, così diversi fra loro eppure così amati e uniti da un vincolo fortissimo, l'Amore per tutti i bambini gravemente malati, tanto da far nascere un Associazione proprio per loro, l'Amore della gente che ha conosciuto la fantastica storia di questi 2 piccoli "eroi", entrati di diritto nel cuore di tantissime persone.
Questo è Amore, Amore vero, fonte di ispirazione per tutti, perchè ognuno di noi può trarre insegnamento da questa bellissima storia.


Marco