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lunedì 20 marzo 2023

Una caffetteria Cattolica nella terra dei fuochi per diffondere i valori e i principi Cristiani


Nata nel 1996 nel cuore della tristemente nota "terra dei fuochi" tra i comuni di Marano e Calvizzano in provincia di Napoli, la Caffetteria Bethlehem Cafè è sorta grazie all'intraprendenza di Rossella e Stefania, due ragazze piene di voglia di fare e di creare qualcosa di nuovo e originale.

L'idea di creare una caffetteria Cattolica è nata prendendo spunto dalle parole dell'indimenticabile Papa Giovanni Paolo II: “Nell’umile grotta di Betlemme giace, su un po’ di paglia, il "chicco di grano" che morendo porterà "molto frutto"”.
Da queste parole ecco allora prendere forma questo bar, nato per diffondere i valori e principi Cristiani, in cui si può parlare senza remore delle proprie esperienze personali di Fede, come se si facesse parte di una grande famiglia.

In questo locale, come è giusto e sacrosanto che sia, non esistono slot machine, troppo spesso causa di gravi dipendenze da "gioco" da parte di molte persone, sostituite da una sana e utilissima libreria Cattolica.

Nel corso degli anni all'interno di questo locale sono state promosse anche numerose manifestazioni di carattere sociale, come la presentazione di diversi libri, e per due anni consecutivi l'evento "Caffè con il Vescovo", con la presenza di Sua Eccellenza Angelo Spinillo.
Non sono mancati neppure eventi legati alla musica, come i Concerti di Natale con la partecipazione del famoso coro Gospel, di fama nazionale, Flowin' Gospel.

Dove c'è Fede e buona volontà nasce sempre qualcosa di Bello, e anche questo originale e genuino locale ne è una prova tangibile.


Marco

lunedì 22 agosto 2022

La Fede di Lucio Dalla


Forse non tutti lo sanno ma Lucio Dalla, uno dei più grandi cantautori nella storia della musica italiana, di cui si è detto, scritto e parlato moltissimo a proposito della sua musica, è stato anche una persona dalla viva e genuina Fede, come possono confermare tutti coloro che gli erano amici e che lo conoscevano bene. Lo stesso Lucio non ha mai nascosto la sua Fede, di cui sovente parlava anche durante delle interviste fatte con lui. Non la sbandierava ai quattro venti ma non la teneva neppure nascosta. Proprio pochi giorni prima di morire (la sua morte è avvenuta a Montreux, Svizzera, il 1° marzo del 2012) si era confessato in San Petronio a Bologna e aveva partecipato alla S. Messa nella chiesa dei Celestini, di fronte al balcone di casa sua.
Il domenicano padre Bernardo Boschi, suo amico e confessore, non nascondeva che A volte si ritirava con noi in convento, anche due o tre giorni, per meditare e pregare (Fonte: Avvenire 3-3-2015).

In un intervista fatta con lui nel 2000 da padre Vito Magno, Lucio Dalla sottolinea chiaramente il suo essere Cristiano Cattolico e parla della sua Fede come uno dei pochi punti fermi e delle certezze della mia vita, la quale però non gli proibiva di immaginare, di sperimentare anche possibilità che non contrastano con la sua certezza religiosa, ma che fanno parte della sua struttura di uomo contemporaneo. Uomo di Fede sì quindi, ma anche e soprattutto "uomo", con le sue idee e il suo modo di vedere le cose che traspaiono chiaramente nei testi delle sue canzoni.
In questa intervista Lucio si professa Credente fin da quando era bambino e sente la Fede quasi come una "necessità" da parte dell'uomo di oggi in un mondo, una società sempre più complessa ed enigmatica. Non nasconde il suo amore per i Salmi (che ha anche cantato) e per le Sacre Scritture, anche se su queste ultime ha sempre preferito non parlare perché, per sua stessa ammissione, “Mi manca la conoscenza teologica e storica per farlo”, pur sottolineandone l'intensità e il mistero, un mistero “destinato a scoprirlo solamente chi viaggia nell'anima e non nella conoscenza scientifica”. (Fonte Radio Vaticana)

Anche il domenicano padre Giovanni Bertuzzi, direttore del Centro San Domenico a Bologna, ricorda con affetto Lucio Dalla, descrivendolo come una persona molto disponibile, aperta e gioviale. Padre Giovanni tra l'altro, essendo bolognese come Lucio, lo ha conosciuto fin da quando era ragazzo, sottolineandone le qualità sia come cantante che, ancor di più, come musicista, già dagli esordi, quando faceva parte di un gruppo jazz assieme a Renzo Arbore e a Pupi Avati.
Di lui, padre Giovanni, ricorda un interessante aneddoto: durante la celebrazione di una Santa Messa, celebrata proprio da padre Giovanni e con Lucio Dalla presente tra i tanti fedeli, c'era anche un coro di studenti che cantavano durante il Rito. Al termine della Celebrazione Lucio si presentò in sacrestia, colpito dalla voce di uno di questi studenti, e lo chiamò a cantare con lui in uno dei suoi dischi di maggior successo. Padre Giovanni non si era accorto del talento di questo ragazzo, Lucio Dalla invece sì.
Padre Giovanni rimarca il fatto che Lucio viveva il suo essere Cattolico praticante attraverso una Fede molto spontanea, nel bel mezzo però di una vita molto movimentata e anche un po' "anarchica". Aveva una notevole sensibilità musicale ma anche religiosa, che gli faceva sentire la Presenza di Dio nella natura e nella sua vita in generale.
Era disponibile e generoso nel confronto degli altri, era facile interloquire con lui, nonostante la sua popolarità, e si comportava da persona qualunque senza particolari riservatezze e mai con altezzosità. Era una persona semplice e umile.
Padre Giovanni, sempre tirando fuori aneddoti dalla "scatola dei ricordi", ci tiene a dire come la sua celebre canzone "Caro amico ti scrivo" fu composta da Lucio nel parlatorio del convento assieme a padre Michele Casali, il fondatore del centro San Domenico, oggi diretto proprio da padre Giovanni Bertuzzi. Lucio e padre Michele si vedevano molto spesso tra loro, e da uno di questi colloqui praticamente è nato il testo di questa famosa canzone.

E' giusto ricordare che Lucio Dalla nel 1997 cantò davanti a Giovanni Paolo II, accanto a Bob Dylan, Bocelli, Morandi, Celentano e tanti altri, e quell'evento, per stesse parole di Lucio rimane uno dei più grandi momenti della mia vita. Cantai "Henna", che esprime il valore redentivo della sofferenza e dell’amore e la dedicai a Papa Wojtyla.
Lucio Dalla curò anche la colonna sonora del cortometraggio "Il giorno del sole", per il Congresso Eucaristico del 1987. In quell'occasione racconta la sua Fede, il suo rapporto con Padre Pio e il suo bisogno di pregare:
Qualche volta vorrei essere dimenticato per andare in chiesa a pregare.
Per Lucio la sua musica era preghiera, e citava spesso Sant’Agostino: Qui bene cantat bis orat .

La vita di Fede di Lucio Dalla e la sua vita di musicista spesso "urtavano" l'una contro l'altra.... non è facile infatti vivere la Fede in un mondo come quello della musica e dello spettacolo, che spesso vanno controcorrente rispetto a certi Valori. Non mancavano, per queste ragioni, certe "contraddizioni" nella sua vita.... ed ecco che allora Lucio sentiva il bisogno di confessarsi spesso.


Marco

venerdì 12 novembre 2021

La semplice e genuina devozione di Alberto Sordi per la Madonna

Alberto Sordi è stato senza ombra di dubbio uno degli attori più popolari ed amati del nostro cinema italiano. Maestro ed ispirazione per tanti attori, era istrionico ed effervescente sul palco, ma nella vita privata, assicura chi l'ha conosciuto da vicino, era molto diverso, assai più tranquillo e rigoroso. Ed era anche molto devoto alla SS. Vergine, aspetto questo che forse non in molti conoscono.

Alberto Sordi, nato a Trastevere il 15 giugno del 1920, ha abitato vicino alla basilica di Santa Maria in Trastevere negli anni della sua giovinezza, chiesa che è stata, in un certo senso, il primo palcoscenico” del piccolo Alberto, ovvero il primo luogo in cui il futuro attore si è approcciato al pubblico per la prima volta nella sua vita quando lui, da bambino, faceva il chierichetto. E lo faceva talvolta in maniera un po' troppo “plateale”, agitando l'incensiere e cantando a voce alta, tanto da meritarsi, in qualche occasione, una “tiratina d'orecchie” da parte del parroco del tempo.
In questo ambiente molto semplice e pieno di calore, Albero ha maturato una devozione Mariana che non l'ha mai più abbandonato, anche perché l'attore si è sempre considerato un “miracolato” proprio per mano dalla Vergine SS. . Negli anni della sua infanzia, infatti, Alberto è rimasto vittima di un grave incidente stradale: mentre stava giocando con le sorelle attraversò improvvisamente la strada non accorgendosi che nel frattempo stava sopraggiungendo un'auto (allora ancora abbastanza rare) a velocità sostenuta. L'auto per poco non lo investì in pieno, ma il piccolo Alberto evitò l'impatto per un nonnulla. Immediatamente sul luogo accorse la mamma Maria che prese suo figlio in braccio e subito si diresse verso la vicina basilica per portare il suo “piccolo” dinanzi alla statua della Vergine Immacolata, ringraziandola devotamente per lo scampato pericolo.
Questo è uno di quegli episodi che ti “segna” la vita per sempre, e da allora Alberto è sempre stato un uomo molto religioso e molto devoto alla Santa Madre di Dio!

Carlo Verdone, anche lui grande attore italiano, romano verace come Alberto di cui era molto amico e con cui ha anche lavorato insieme in due film, racconta di lui: «In pubblico Alberto Sordi sprizzava allegria, gioia, si divertiva, azzardava. Ma non appena tornava a casa, cambiava, diventava un uomo normale, molto rigoroso. Sbaglia chi crede che gli attori comici siano comici anche nel privato. Gli ambienti della casa di Sordi erano molto austeri. Se ti guardavi intorno non vedevi, a parte una foto di Soraya sulla scrivania, foto di attori e gente del cinema. La persona più fotografata era un Papa, Giovanni Paolo II. Wojtyla è presente in ogni angolo della casa. Sordi teneva una sua foto anche nella barberia, dove ogni mattina si faceva tagliare la barba. Alberto aveva una ammirazione e una devozione straordinaria per questo Papa ed era davvero un uomo molto religioso. Un’altra figura sempre presente a casa Sordi è quella della Vergine, con statuine, ceramiche e dipinti di varie epoche» (cit. “Maria con te”).

Una statua dell'Immacolata è presente anche nel giardino della sua villa di via Druso, voluta fortemente da Alberto e verso la quale lui si rivolgeva ogni giorno lanciandole un fiore e pregando devotamente. Questo semplice ma bellissimo gesto quotidiano non è stato dimenticato neppure quando, il 24 febbraio 2003, la vita di Alberto arriva al suo termine. Il giorno successivo, prima di essere portato alla camera ardente allestita in Campidoglio, il feretro di Sordi é stato fatto sostare per qualche minuto dinanzi alla statua della Madonna tanto amata. Un gesto questo che Alberto avrebbe certamente voluto e che si è attuato per preciso volere della sorella. Un modo molto toccante per “chiudere” in bellezza la vita dell'attore romano, con la “carezza” della Vergine SS. che è sempre stata presente in ogni giorno della sua vita.


Marco

giovedì 18 febbraio 2016

La scelta di vita di Riccardo e Barbara: nozze in povertà e vita insieme a disposizione del prossimo


Di Riccardo Rossi avevo già parlato sulle pagine di questo blog (vedi http://tuttopuolamore.blogspot.it/2014/09/riccardo-ho-trovato-la-mia-oasi.html). Ex giornalista affermato, aveva in gestione uffici stampa di politici, istituzioni e associazioni molto note, e faceva anche servizi per la Rai. Aveva quindi una carriera giornalistica già ben consolidata e con tante prospettive anche per il futuro. Ma tutto questo a Riccardo non bastava, stava stretto, sentiva come un "vuoto" dentro di sè..... poi un giorno udì le parole di Papa Giovanni Paolo II che richiamava i giornalisti a non essere complici della cattiva informazione.... e fu la svolta, l'inizio della sua Conversione. Una Conversione che lo portò a divenire da ateo che era a Cristiano, e attraverso un esperienza missionaria in Kosovo, un pellegrinaggio in Terra Santa, a nuove e illuminanti conoscenze (che non avvengono mai per caso), finì per approdare alla Casa Famiglia "Oasi della Divina Provvidenza" di Pedara (Catania) che accoglie tutt'oggi una settantina di persone con varie difficoltà, tra poveri, disabili fisicamente o psichicamente, disoccupati, profughi, ex detenuti o con altri problemi ancora. Ha trovato la sua strada Riccardo, il suo percorso, e come dice lui stesso:
«Ho capito l’importanza delle piccole cose, di come sia più importante donare una mano ad un persona in difficoltà che fare un’interrogazione parlamentare o rilasciare mille interviste. Ora posso dirlo: la Solidarietà, la Bellezza della vita mi hanno indicato la via».
Per Riccardo Rossi è iniziata quindi una nuova vita rispetto a quella vuota e insoddisfacente di prima, una vita fatta di Solidarietà, di Carità, di Donazione di sè.... pur tra le piccole e grandi difficoltà di ogni giorno. E in questa nuova vita è arrivato anche l'Amore, quello di una donna di nome Barbara, architetto di 45 anni di Ragusa, che ha deciso di condividere con lui questa scelta di vita.
E così Riccardo e Barbara, il 12 Febbraio di quest'anno sono convolati a felicissime nozze, anche se il loro è stato un matrimonio diverso da quelli che di solito si celebrano tradizionalmente, fondato sulla semplicità e la povertà, in linea con il loro rinnovato stile di vita.
«Un sogno quando è condiviso è già a metà dell’opera. Io e la mia sposa Barbara vogliamo aiutare chi nella nostra società è lasciato indietro. Lei ha mollato lavoro e casa per seguirmi nella comunità dove vivo e opero. Abbiamo scelto di celebrare un matrimonio in povertà e di regalare la lista nozze alla casa famiglia dove abbiamo scelto di vivere e assistere la gente accolta», riassume Riccardo.
In tutto questo i due novelli sposi non sono stati lasciati soli..... il voler celebrare un matrimonio nella più assoluta semplicità rinunciando a ogni sfarzo e fronzolo inutile, ha colpito il cuore di molte persone, suscitando una vera ondata di solidarietà, con donazioni che sono arrivate da ogni parte d'Italia e persino dagli Stati Uniti e dal Brasile.
«Moltissime persone colpite dalla nostra scelta ci hanno regalato tutto per il nostro matrimonio: dalle fedi al coro, dai fiori al ricevimento, dal fotografo al mio vestito da sposo e all’acconciatura ai capelli della mia sposa. Un noto pasticciere del catanese ci farà la torta nuziale e una signora ci regalerà i confetti. La parrocchia “Maria immacolata” di Pedara ci ha praticamente adottato e dato la possibilità di andare a Roma per incontrare il Santo Padre». Succederà il prossimo 24 febbraio e sarà il loro viaggio di nozze.



Succede sempre così..... l'Amore genera sempre altro Amore, come in vortice senza fine in cui, chi in un modo chi in un altro, si finisce per essere attratti, coinvolti, assorbiti. Perchè l'essere umano, per sua natura, per sua somiglianza a Dio, ha bisogno di amare e di essere amato.

Ma quali sono i progetti futuri di Barbara e Riccardo?
«Il nostro sogno è che tramite il nostro matrimonio possiamo collaborare nel sostenere alcuni progetti dell’Associazione “Insieme Onlus”, che gestisce la casa famiglia Oasi della Divina Provvidenza, rivolti a categorie svantaggiate e dimenticate, come la coltivazione di zafferano biologico eseguito da soggetti con ritardo psichico medio-grave, un impianto di lumache per la raccolta di bava biologica eseguita da persone con lesione midollare, la coltivazione di spirulina eseguita da soggetti svantaggiati con provvedimento di affido».

In una società dove spesso l’apparire conta più dell’essere, la storia d’Amore e la scelta di vita di Riccardo e Barbara ci invita a pensare, a riflettere su quelle che sono veramente le priorità della vita. E a ciò che veramente dona Pace e Gioia nel cuore.
Da parte mia posso solamente dire: Grazie Riccardo e Barbara, grazie per la vostra scelta di vita, grazie per l'esempio che date! E tanti auguri per una vita Felice e feconda di tante bellissime opere!

Marco