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venerdì 25 giugno 2021

Ha 90 anni e dedica la sua vita a realizzare carrozzine per cani

Lincoln Parkes è un veterinario in pensione di 90 anni che vive nella cittadina di Chesapeake Bay, nel Maryland, e che trascorre le sue giornate nel proprio laboratorio dove costruisce e progetta sedie a rotelle e dispositivi per gli animali che hanno problemi di deambulazione.

Nei primi anni 60 l'uomo inventò e brevettò il suo primo carrello e in seguito aprì l'azienda K-9 Kart che, da decenni, vende sedie a rotelle per cani, gatti, conigli, maialini e polli che non possono camminare. Durante la sua lunga carriera come veterinario, l'uomo ha eseguito più di 3000 interventi chirurgici alla colonna vertebrale e quando è andato in pensione ha deciso di non fermarsi e di continuare ad aiutare gli animali ad avere una propria indipendenza.

Lincoln, nonostante l'avanzata età, trascorre circa 10 ore al giorno nel proprio laboratorio dove lavora incessantemente per costruire carrozzine su misura. Ogni anno, riceve un centinaio di ordini e realizza sedie a rotelle per cani di piccole dimensioni come bassotti o chihuahua, ma anche per animali molto più grandi come pastori tedeschi dal peso di 50 chili.

Durante un'intervista l'uomo ha affermato che: "Mi piace dare agli animali una vita migliore. Quando non possono muoversi e dai loro un carrello che gli offre questa possibilità, il loro spirito vola: sono come bambini che hanno ottenuto la loro indipendenza".

I clienti di Lincoln affermano che le sedie a rotelle che realizza l'uomo, offrono anni di vita in più agli animali domestici malati.


di Elena Franchini

16 giugno 2021

FONTE: Curiosando si impara

sabato 25 gennaio 2020

Bambino di 6 anni vende i suoi koala d'argilla per salvare gli animali vittima degli incendi


New York - La sensibilità dei bambini spesso ci sorprende e diviene un vero e proprio “insegnamento” per le persone adulte che, sovente, dinanzi alle brutte notizie di cui è pieno il mondo, non sono più capaci di meravigliarsi e “reagire” di conseguenza.
E' quello che è successo al piccolo Owen Colley, un bambino statunitense del Massachusetts che, appreso dalla televisione degli orribili e devastanti incendi avvenuti in Australia, con grandissime perdite di vite animali, ne è rimasto profondamente turbato. La sua sensibilità ferita lo ha portato a rifugiarsi nel disegno, disegnando un canguro, un koala e un dingo, animali tipici australiani, sotto un copioso acquazzone. Perché disegnare questi animali sotto un temporale? Il bambino ha rivelato a sua madre Caitlin Colley, che quel disegno rappresentava il suo desiderio di vedere quella copiosa pioggia spegnere tutti gli incendi e salvare gli animali!
La madre è rimasta molto meravigliata dalla sensibilità del figlio, il quale gli ha anche confidato che vorrebbe tanto andare in quella terra lontana, l'Australia, luogo tra l'altro natio del padre, per poter fare qualcosa per salvare gli animali. La cosa purtroppo non era fattibile, per via dei tanti, devastanti e pericolosi incendi.... ciò nondimeno è sorta nel bambino la domanda di cosa si potesse fare per aiutare tutti quegli animali in pericolo di vita. Ed ecco che a Owen, a suo padre e a sua madre, è venuta l'idea di creare dei koala d'argilla e darli in cambio di una donazione in denaro ad amici e parenti.

Quella che sembrava essere inizialmente una cosa limitata a poche persone, in breve tempo è diventata un idea che ha riscosso tantissimo successo, tanto che la famiglia ha deciso di vendere i koala d'argilla anche on-line attraverso una campagna sul sito di raccolta fondi Gofundme, con una promozione molto semplice anche per i più piccoli: una donazione di 25 dollari sarebbe servita per nutrire un giovane canguro per un mese. Il successo della campagna, aiutata anche da un articolo uscito sulla Cnn, è stato strepitoso, e in breve tempo le donazioni hanno raggiunto i 250 mila dollari australiani (150 mila euro), girati subito alla Wildlife Rescue South Coast.

Ecco cosa può fare la sensibilità di un bambino, unito all'intraprendenza e alle possibilità degli adulti: creare qualcosa di veramente bello a beneficio, in questo caso, della fauna di quell'immenso e bellissimo paese che è l'Australia!


Marco

gennaio 2020

martedì 22 settembre 2015

Puerto Rico, il surfista che salva i randagi dalla “Spiaggia dei cani morti”


A Stephen McGarva piacevano gli sport estremi. E quando è volato a Puerto Rico di certo non avrebbe mai pensato di finire all’inferno. Già perché quando lui e sua moglie sono arrivati sull’isola caraibica hanno scoperto Playa Lucia, la cosiddetta Spiaggia dei cani morti. Un luogo dove l’umanità per gli animali non si è mai vista: in mezzo alla sporcizia, i due hanno trovato decine di cani randagi sanguinanti e percossi, già morti o vicini a morire per lo stato in cui vivevano.

Considerati come una piaga per l’industria del turismo locale, i cani vengono scaricati in questa spiaggia spesso picchiati, uccisi o feriti a colpi di machete, avvelenati o bruciati con il carburante. Tutti, comunque, lasciati al loro destino.
Troppo per McGarva che è salito sul suo camioncino ed è andato a cercare del cibo per quei poveri animali.

«Sapevo che se fossi andato via, sarebbe stata una decisione che non mi sarei perdonato per tutta la vita» racconta McGrava nel suo libro “The Rescue at Dead Dog”. La sua vita, e quella di moglie Pamela, era appena cambiata: per due anni la coppia ha deciso di prendersi cura di quei cani.
Ha pulito le loro ferite, li ha lavati, li ha amati, li ha addestrati e preparati perché un giorno potessero trovare una famiglia non a Puerto Rico, ma negli Stati Uniti.

Una storia che purtroppo non ha un lieto fine. Giorno dopo giorno, il suo lavoro ha iniziato a infastidire chi aveva interessi sull’isola. Quei cani erano solo un problema, non dovevano vivere. McGrava racconta al Daily Mail le minacce ricevute, le aggressioni e botte prese per difendere i suoi cani. Inutile cercare di denunciare il tutto alla polizia locale incapace di poterlo proteggere.

«Ho sepolto almeno un cane ogni giorno. Alla fine dei due anni abbiamo sepolto oltre 1200 animali, esseri viventi che conoscevamo e amavamo» racconta il 44enne. Li ha trovati impiccati, bruciati dentro camion abbandonati, uccisi a colpi di machete.

Quando lui e sua moglie sono tornati a Rhode Island per un breve periodo, al loro ritorno hanno trovato la loro casa devastata: ciò che non era stato rubato, era stato distrutto. Così ha dovuto lasciare l’isola, ma non ha abbandonato del tutto i suoi amici animali: grazie a lui centinaia di cani hanno trovato un rifugio sicuro e ha fondato un’organizzazione no-profit, la Acate Legacy Rescue Foundation, che è impegnata nel porre fine agli abusi sui randagi e a costruire rifugi in Messico e a Puerto Rico.

29 agosto 2014

FONTE: http://www.lastampa.it/2014/08/29/societa/lazampa/puerto-rico-il-surfista-che-salva-i-randagi-dalla-spiaggia-dei-cani-morti-QmV1YuEfSxTBeUcsdUaIPK/pagina.html


Gran brava persona questo Stephen MacGarva..... e occuparsi di cani abbandonati, maltrattati, sterminati..... anche questo è Amore!
Grazie Stephen, per tutto quello che hai fatto e che fai.... il mondo ha bisogno di persone come te!

Marco

sabato 11 ottobre 2014

“Cucciole per cuccioli”, bambine che aiutano a far adottare gli animali


“Cucciole per cuccioli” è la bella iniziativa di quattro bambine di 10 anni a favore del canile di Latina. Tutto parte da un progetto scolastico a cui Benedetta, l’organizzatrice, partecipò due anni fa. Un progetto per sensibilizzare al rispetto degli animali, culminato con una visita in canile. Benedetta rimase talmente colpita che disse ad una volontaria che il suo cuore piangeva nel vedere tanti abbandoni e che prima o poi avrebbe organizzato qualcosa.

Ed ecco quindi l’annuncio del giovanissimo quartetto animalista: una serata tra canti, balli e buffet, al costo “dai 50 centesimi in su”. In città non è la prima volta che dei bimbi si attivano per gli animali in difficoltà. Di recente infatti, Camilla, in procinto di ricevere la prima Comunione, ha preso la decisione di dedicare l’evento al suo cane, scelto in canile in quanto molto anziano e probabilmente destinato a finire i suoi giorni in una gabbia.

Niente affatto, deve aver pensato, e in mezzo a tanti ha scelto proprio lui, il vecchino del canile, e lo ha accudito fino al termine della sua nuova breve ma felicissima vita. Avendo provato l’esperienza di dare felicità a un essere bisognoso, ha voluto confezionare le bomboniere della Comunione con un biglietto in ricordo del suo amico a quattro zampe, un monito chiaro agli adulti presenti: adottate i cani del canile e adottate quelli più bisognosi d’amore.

Ora la nuova piccola impresa. Di fronte a modelli sempre più consumistici e tutti ripiegati verso l’egoismo, alcune bambine decidono di dare l’esempio. Raccogliere fondi (se pur simbolici) da destinare al canile “Associazione Amici del Cane” di Latina (definito in una puntata di Geo & Geo uno dei migliori rifugi d’Italia per cani in attesa di adozione). Un insegnamento grande proprio per la genuinità di questa azione disinteressata e amorevole verso altri esseri in difficoltà.

di Rosa Manauzzi

21 giugno 2014



Ho scelto di pubblicare questa storia sulle pagine di questo blog, perchè nella sua semplicità e genuinità, ci fa comprendere quanta sensibilità e bontà ci sia nei cuori dei bambini. Non lo scopriamo certo adesso, naturalmente, ma ogni tanto vale la pena ricordarlo con storie belle e delicate come questa.

Marco