A Stephen McGarva piacevano gli sport estremi. E quando è volato a Puerto Rico di certo non avrebbe mai pensato di finire all’inferno. Già perché quando lui e sua moglie sono arrivati sull’isola caraibica hanno scoperto Playa Lucia, la cosiddetta “Spiaggia dei cani morti”. Un luogo dove l’umanità per gli animali non si è mai vista: in mezzo alla sporcizia, i due hanno trovato decine di cani randagi sanguinanti e percossi, già morti o vicini a morire per lo stato in cui vivevano.
Considerati come una piaga per l’industria del turismo locale, i cani vengono scaricati in questa spiaggia spesso picchiati, uccisi o feriti a colpi di machete, avvelenati o bruciati con il carburante. Tutti, comunque, lasciati al loro destino.
Troppo per McGarva che è salito sul suo camioncino ed è andato a cercare del cibo per quei poveri animali.
«Sapevo che se fossi andato via, sarebbe stata una decisione che non mi sarei perdonato per tutta la vita» racconta McGrava nel suo libro “The Rescue at Dead Dog”. La sua vita, e quella di moglie Pamela, era appena cambiata: per due anni la coppia ha deciso di prendersi cura di quei cani.
Ha pulito le loro ferite, li ha lavati, li ha amati, li ha addestrati e preparati perché un giorno potessero trovare una famiglia non a Puerto Rico, ma negli Stati Uniti.
Una storia che purtroppo non ha un lieto fine. Giorno dopo giorno, il suo lavoro ha iniziato a infastidire chi aveva interessi sull’isola. Quei cani erano solo un problema, non dovevano vivere. McGrava racconta al Daily Mail le minacce ricevute, le aggressioni e botte prese per difendere i suoi cani. Inutile cercare di denunciare il tutto alla polizia locale incapace di poterlo proteggere.
«Ho sepolto almeno un cane ogni giorno. Alla fine dei due anni abbiamo sepolto oltre 1200 animali, esseri viventi che conoscevamo e amavamo» racconta il 44enne. Li ha trovati impiccati, bruciati dentro camion abbandonati, uccisi a colpi di machete.
Quando lui e sua moglie sono tornati a Rhode Island per un breve periodo, al loro ritorno hanno trovato la loro casa devastata: ciò che non era stato rubato, era stato distrutto. Così ha dovuto lasciare l’isola, ma non ha abbandonato del tutto i suoi amici animali: grazie a lui centinaia di cani hanno trovato un rifugio sicuro e ha fondato un’organizzazione no-profit, la Acate Legacy Rescue Foundation, che è impegnata nel porre fine agli abusi sui randagi e a costruire rifugi in Messico e a Puerto Rico.
29 agosto 2014
FONTE: http://www.lastampa.it/2014/08/29/societa/lazampa/puerto-rico-il-surfista-che-salva-i-randagi-dalla-spiaggia-dei-cani-morti-QmV1YuEfSxTBeUcsdUaIPK/pagina.html
29 agosto 2014
FONTE: http://www.lastampa.it/2014/08/29/societa/lazampa/puerto-rico-il-surfista-che-salva-i-randagi-dalla-spiaggia-dei-cani-morti-QmV1YuEfSxTBeUcsdUaIPK/pagina.html
Gran brava persona questo Stephen MacGarva..... e occuparsi di cani abbandonati, maltrattati, sterminati..... anche questo è Amore!
Grazie Stephen, per tutto quello che hai fatto e che fai.... il mondo ha bisogno di persone come te!
Marco
Grazie Stephen, per tutto quello che hai fatto e che fai.... il mondo ha bisogno di persone come te!
Marco
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