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sabato 13 febbraio 2021

Riccardo e Barbara, coppia di sposi missionari che vive insieme ai più fragili

Riccardo Rossi e Barbara Occhipinti hanno scelto di impegnarsi per le oltre 1.100 persone accolte nella Missione Speranza e Carità fondata da Biagio Conte a Palermo, con un'attenzione particolare alla cura della comunicazione sociale. Con il progetto "Ponti di bene" aiutano i poveri a trovare occupazione

PALERMO - Sono impegnati e sensibili verso i bisogni delle oltre 1.100 persone accolte nella Missione Speranza e Carità fondata da Biagio Conte a Palermo e con un'attenzione particolare alla cura della comunicazione sociale. Sono Riccardo Rossi e Barbara Occhipinti, la prima coppia di sposi che ha scelto di vivere in spirito missionario lasciando alle spalle la vita precedente. Da poco sono tornati da un viaggio nel nord Italia per portare avanti il progetto "Ponti di bene", pensato per favorire lo scambio e il trasferimento delle persone con fragilità da Sud a Nord in altri luoghi di accoglienza per poter trovare anche una occupazione lavorativa.
"Siamo appena tornati dal viaggio 'Ponti di bene' che ci ha permesso di conoscere parecchie realtà dove i nostri fratelli in povertà potrebbero trovare per un determinato periodo accoglienza e lavoro - spiega Riccardo -. L'obiettivo è quello di favorire scambi di bene e nello stesso tempo di creare una rete di servizi nazionale tra le realtà missionarie. Grazie ai primi contatti è già partito dalla missione il nostro primo fratello per un centro della Toscana".
"Io e Barbara siamo la prima coppia, la prima famiglia missionaria che ha deciso di fare questo cammino terziario che è previsto dallo statuto della Missione - dice ancora Riccardo -. In Missione siamo continuamente a servizio per tutti. In particolare, organizziamo e stampiamo il periodico La Speranza, seguiamo anche una piccola squadra di calcio di giovani immigrati e poi siamo impegnati a promuovere tutte le iniziative sociali e di solidarietà che ci sono".

"Come coppia, per noi è importante lavorare insieme - aggiunge Barbara -. Siamo continuamente immersi nelle fragilità di ogni tipo dove muoversi non è facile perché ci sono persone che hanno vissuto drammi e sofferenze diverse. La prima cosa da fare è cercare di trasmettere quella fiducia e quella motivazione necessaria che porta la persona, in forte stato di fragilità, a rinascere a poco a poco. La fatica è tanta ma la possibilità di ridare loro la dignità che meritano ci dà tanta gioia, energia e coraggio di andare avanti. Con 'Ponti di bene', in particolare dopo un viaggio di 15 giorni, ci stiamo impegnando molto per riuscire a creare una rete che favorisca la mobilità dei poveri e lo scambio di esperienze di servizio e di lavoro da Sud a Nord".
Riccardo Rossi è di Napoli ha 50 anni e per 10 anni ha lavorato come giornalista per diverse realtà ambientaliste e politiche. Un mondo da cui a poco a poco si è allontanato. "Dopo una conversione ai Valori Cristiani non mi sono più riconosciuto in quello che facevo - racconta -. Sono entrato, infatti, in una crisi depressiva allontanandomi da un mondo che mi appariva troppo superficiale e non ancorato alla verità". "Purtroppo ho avuto problemi familiari molto seri legati soprattutto alla grande sofferenza di avere un fratello tossicodipendente. Dopo quindi un periodo di ricerca interiore, grazie ad alcune persone che mi hanno preso per mano, ho deciso di vivere da missionario nella casa famiglia 'Oasi la divina provvidenza' per disabili mentali e fisici di Pedara (Ct) dove sono stato 15 anni, di cui gli ultimi due anni con Barbara. Per lungo tempo sono stato le braccia e le gambe di tante persone sofferenti alcune delle quali con malattie terminali che ho accompagnato anche alla morte".

"Dopo 5 anni che vivevo nella comunità di Pedara ho conosciuto a Palermo Biagio Conte con cui è nata subito una grande sintonia di fede, di pensiero e di azione - racconta ancora -. Essendo un giornalista mi ha proposto di coordinare all'inizio a distanza il periodico della Missione 'La speranza'. In Missione ho conosciuto Barbara con cui è nata a poco a poco un'intesa di progetto di vita molto forte che oggi ci impegna insieme - tanto che le ho chiesto di sposarmi e di vivere insieme nella comunità di Pedara (Ct) con oltre 100 persone". "Poi, un anno fa, quando Biagio ha protestato digiunando e dormendo sotto i portici della Posta centrale di Palermo, ho deciso di stargli a fianco dormendo anch'io in strada per 10 giorni con lui. Dopo questa esperienza straordinaria confrontandomi con Barbara è nato il desidero di fare insieme il grande salto di andare a vivere in Missione. Oggi siamo riusciti ad avere una stanza presso la Casa del Vangelo a Chiavelli fondata padre Palcido Rivilli molto vicino al beato Pino Puglisi".

Barbara Occhipinti, 48 anni, originaria di Ragusa, ha vissuto, invece, per molti anni da sola a Palermo dove ha studiato architettura e lavorato come arredatrice. "Nella mia vita ho sempre sentito il bisogno forte di mettermi a servizio di chi era più fragile - racconta -. Dopo la morte prematura del mio caro amico Toti che è andato via senza avere vicino i suoi amici più cari, ho riflettuto molto sul senso pieno e più profondo che dovevamo dare alla nostra vita che non poteva essere soddisfatta soltanto dal lavoro e dai piaceri personali". Anche a lei la conoscenza del missionario Biagio Conte ha cambiato completamente la vita. "Dopo avere conosciuto Biagio, a poco a poco è cresciuto sempre di più il desiderio di spendermi come volontaria per i tanti bisogni della Missione. Per lungo tempo ho partecipato all'unità di strada notturna per l'assistenza di chi vive in strada, toccando con mano la fragilità e povertà più disperata".

"La conoscenza poi di Riccardo mi ha fatto capire che proprio la Missione sarebbe stata l'anello di congiunzione della nostra vita insieme. Così con fede e con coraggio, dopo avere perso il lavoro, non ne ho cercato un altro ma mi sono lanciata nella scelta di camminare insieme a Riccardo dedicandomi alla casa dei più fragili dove già viveva. In questo nostra scelta di vivere insieme a Pedara Biagio ci ha benedetto e sempre sostenuto. Ci siamo sposati il 12 febbraio di tre anni fa per il compleanno proprio del mio amico Toti. Quasi un anno fa, poi, dopo l'ultima protesta in strada di fratello Biagio, che abbiamo sostenuto in vario modo con tutte le nostre forze umane e spirituali, abbiamo deciso di trasferirci a Palermo per vivere a servizio dei poveri della Missione". (set)


20 febbraio 2019

FONTE: La difesa del popolo

giovedì 18 febbraio 2016

La scelta di vita di Riccardo e Barbara: nozze in povertà e vita insieme a disposizione del prossimo


Di Riccardo Rossi avevo già parlato sulle pagine di questo blog (vedi http://tuttopuolamore.blogspot.it/2014/09/riccardo-ho-trovato-la-mia-oasi.html). Ex giornalista affermato, aveva in gestione uffici stampa di politici, istituzioni e associazioni molto note, e faceva anche servizi per la Rai. Aveva quindi una carriera giornalistica già ben consolidata e con tante prospettive anche per il futuro. Ma tutto questo a Riccardo non bastava, stava stretto, sentiva come un "vuoto" dentro di sè..... poi un giorno udì le parole di Papa Giovanni Paolo II che richiamava i giornalisti a non essere complici della cattiva informazione.... e fu la svolta, l'inizio della sua Conversione. Una Conversione che lo portò a divenire da ateo che era a Cristiano, e attraverso un esperienza missionaria in Kosovo, un pellegrinaggio in Terra Santa, a nuove e illuminanti conoscenze (che non avvengono mai per caso), finì per approdare alla Casa Famiglia "Oasi della Divina Provvidenza" di Pedara (Catania) che accoglie tutt'oggi una settantina di persone con varie difficoltà, tra poveri, disabili fisicamente o psichicamente, disoccupati, profughi, ex detenuti o con altri problemi ancora. Ha trovato la sua strada Riccardo, il suo percorso, e come dice lui stesso:
«Ho capito l’importanza delle piccole cose, di come sia più importante donare una mano ad un persona in difficoltà che fare un’interrogazione parlamentare o rilasciare mille interviste. Ora posso dirlo: la Solidarietà, la Bellezza della vita mi hanno indicato la via».
Per Riccardo Rossi è iniziata quindi una nuova vita rispetto a quella vuota e insoddisfacente di prima, una vita fatta di Solidarietà, di Carità, di Donazione di sè.... pur tra le piccole e grandi difficoltà di ogni giorno. E in questa nuova vita è arrivato anche l'Amore, quello di una donna di nome Barbara, architetto di 45 anni di Ragusa, che ha deciso di condividere con lui questa scelta di vita.
E così Riccardo e Barbara, il 12 Febbraio di quest'anno sono convolati a felicissime nozze, anche se il loro è stato un matrimonio diverso da quelli che di solito si celebrano tradizionalmente, fondato sulla semplicità e la povertà, in linea con il loro rinnovato stile di vita.
«Un sogno quando è condiviso è già a metà dell’opera. Io e la mia sposa Barbara vogliamo aiutare chi nella nostra società è lasciato indietro. Lei ha mollato lavoro e casa per seguirmi nella comunità dove vivo e opero. Abbiamo scelto di celebrare un matrimonio in povertà e di regalare la lista nozze alla casa famiglia dove abbiamo scelto di vivere e assistere la gente accolta», riassume Riccardo.
In tutto questo i due novelli sposi non sono stati lasciati soli..... il voler celebrare un matrimonio nella più assoluta semplicità rinunciando a ogni sfarzo e fronzolo inutile, ha colpito il cuore di molte persone, suscitando una vera ondata di solidarietà, con donazioni che sono arrivate da ogni parte d'Italia e persino dagli Stati Uniti e dal Brasile.
«Moltissime persone colpite dalla nostra scelta ci hanno regalato tutto per il nostro matrimonio: dalle fedi al coro, dai fiori al ricevimento, dal fotografo al mio vestito da sposo e all’acconciatura ai capelli della mia sposa. Un noto pasticciere del catanese ci farà la torta nuziale e una signora ci regalerà i confetti. La parrocchia “Maria immacolata” di Pedara ci ha praticamente adottato e dato la possibilità di andare a Roma per incontrare il Santo Padre». Succederà il prossimo 24 febbraio e sarà il loro viaggio di nozze.



Succede sempre così..... l'Amore genera sempre altro Amore, come in vortice senza fine in cui, chi in un modo chi in un altro, si finisce per essere attratti, coinvolti, assorbiti. Perchè l'essere umano, per sua natura, per sua somiglianza a Dio, ha bisogno di amare e di essere amato.

Ma quali sono i progetti futuri di Barbara e Riccardo?
«Il nostro sogno è che tramite il nostro matrimonio possiamo collaborare nel sostenere alcuni progetti dell’Associazione “Insieme Onlus”, che gestisce la casa famiglia Oasi della Divina Provvidenza, rivolti a categorie svantaggiate e dimenticate, come la coltivazione di zafferano biologico eseguito da soggetti con ritardo psichico medio-grave, un impianto di lumache per la raccolta di bava biologica eseguita da persone con lesione midollare, la coltivazione di spirulina eseguita da soggetti svantaggiati con provvedimento di affido».

In una società dove spesso l’apparire conta più dell’essere, la storia d’Amore e la scelta di vita di Riccardo e Barbara ci invita a pensare, a riflettere su quelle che sono veramente le priorità della vita. E a ciò che veramente dona Pace e Gioia nel cuore.
Da parte mia posso solamente dire: Grazie Riccardo e Barbara, grazie per la vostra scelta di vita, grazie per l'esempio che date! E tanti auguri per una vita Felice e feconda di tante bellissime opere!

Marco

domenica 4 gennaio 2015

Due giovani senza lavoro si sposano grazie alla generosità di tanta gente

Due giovani catanesi entrambi senza lavoro, si sono sposati grazie alle generosità di tante gente. Luciano è in affidamento ai servizi sociali e Veronica una ragazza senza lavoro, entrambi ospiti dalla casa famiglia "Oasi della Divina Provvidenza", ma questo non gli ha impedito di sposarsi nei giorni scorsi nella Parrocchia Maria Immacolata della Medaglia Miracolosa a Pedara (CT). Due cuochi, volontari della casa famiglia dove vivono i neo sposi, hanno preparato gratis tutto il pranzo di nozze.
Ai due giovani sono state donate le fedi, il servizio fotografico, il vestito della sposa e decori vari. “Tutti noi dobbiamo ringraziare questi due ragazzi che si sono voluti sposare pur non avendo nulla - spiega Giancarlo - ha permesso a tutti noi della parrocchia di fare dei bei gesti e di tirare fuori il meglio di noi”.

di Riccardo Rossi

16 dicembre 2014

FONTE: http://www.goleminformazione.it/le-buone-notizie/due-giovani-senza-lavoro-si-sposano-grazie-alla-generosita-di-tanta-gente.html#.VKoLqMkg6t-


Una bella notizia, per iniziare nel migliore dei modi questo Nuovo Anno.
Ricordiamoci sempre che fatti, gesti di autentica, genuina generosità come questi, avvengono sempre, dovunque, nella Chiesa, nelle parrocchie, nelle Associazioni di volontariato, anche dietro casa.... l'uomo è sempre capace di operare il Bene, dovuunque e in ogni situazione, anche se questo "Bene" è poco pubblicizzato da televisioni e mass media vari. Ma esiste, è dentro di noi, e aspetta solamente di essere tirato fuori.
Felice 2015 a tutti !!!

Marco

sabato 6 settembre 2014

Riccardo: “Ho trovato la mia oasi”

Lo chiamavano mastino napoletano, per alcune inchieste che aveva fatto. Era tosto e non mollava facilmente la preda. All’epoca viveva sempre con l’affanno alla ricerca di scoop, al servizio di chi poteva offrirgli una vita sfavillante, soldi e, soprattutto, potere. Una carriera in ascesa. Sì, ma in cambio di cosa? “Scrivevo – racconta – menzogne, solo quello che piaceva a loro, ai potenti”.

Riccardo Rossi, 44 anni, napoletano, era un giornalista affermato. A lungo ha gestito gli uffici stampa di politici, istituzioni, associazioni molto note.

Ho seguito – spiega – i Verdi, il presidente della commissione agricoltura alla Camera dei deputati, un Ministero, ho fatto basi giornalistiche per servizi alla vita in Diretta alla Rai. Insomma, ero un giornalista in carriera e non avevo nemmeno 30 anni. Ad un certo punto tutto mi è diventato stretto, soffocante. Un giorno ero davanti alla televisione e sentii le parole di Giovanni Paolo II, che esortava noi giornalisti a non essere complici della cattiva informazione. Io di quel meccanismo facevo parte. Ero responsabile. Tante volte andavo alla ricerca di notizie vuote, inutili, ma ad effetto. Altre volte, al contrario, non davo notizie. E solo per compiacere qualcuno. Era raro che raccontassi storie autentiche”.

Nel 1999 iniziò quello che Riccardo chiama percorso di conversione.Ero ateo, diventai cristiano. Tante cose in me cominciarono a cambiare. La svolta avvenne quando andai in missione all’estero in Kosovo, in Romania e in pellegrinaggio in Terra Santa. Fu nel viaggio in Romania che conobbi Giuseppe, un ragazzo missionario, che aveva una casa famiglia in Sicilia e che proprio in quei giorni salvò la vita ad un bimbo di strada romeno. Quel gesto mi scosse - ne fui testimone – e tornai in Italia. Decisi che avrei dato una svolta alla mia via e alla mia professione. Cominciarono i problemi. Fui messo da parte senza tanti complimenti e denigrato. Nel contempo ebbi anche un grande dolore familiare. Mio fratello, che aveva problemi di droga, scappò da una comunità terapeutica, senza lasciare traccia. Seguirono momenti di grande dolore. Io, che lo avevo sostenuto, mettendo anche da parte la mia carriera, non sapevo che fine avesse fatto. E’ stato il momento più buio della mia vita. Cacciato dai posti in cui avevo lavorato e senza sapere niente di mio fratello. Caddi in una profonda depressione. Mollai il mondo tante volte vuoto e ipocrita della stampa. Avevo perso quasi tutto. Un giorno mi accorsi, però, che una luce, seppure flebile di speranza, era ancora accesa dentro di me”.

Dopo un periodo travagliato, Riccardo decise di trasferirsi in Sicilia, nella casa famiglia “Oasi della Divina Provvidenza” del ragazzo missionario catanese, conosciuto in Romania. “Piano piano mi ripresi – racconta commosso – Dopo poco arrivò una ragazza che si drogava. Me ne presi cura ed era come se fossi accanto a mio fratello”.

E oggi? “Ora sono le braccia e le gambe di alcuni disabili – dice – sono io che li vesto, li lavo. Ho tante altre incombenze. Siamo più di quaranta nella casa famiglia e stiamo aumentando. Faccio le file negli uffici pubblici, mi occupo dell’accoglienza, di servire a tavola, di aiutare chi non ce la fa nei lavori pesanti. Per sei anni non ho scritto. Il giornalista era morto. Poi, un’ intuizione del mio amico missionario”.
Riccardo ha ripreso a scrivere, ma cose diverse, storie di speranza e coraggio e si è impegnato a far nascere percorsi solidali. Ora ha due giornali di buone notizie, uno a Palermo “La Speranza” - solo cartaceo – il notiziario della Missione Speranza e Carità, che è arrivato ad oltre 15 mila copie e “La Gioia”, che è anche nel web

Successivamente sono stato notato dal direttore di Golem Informazione - aggiunge – su cui ho una rubrica di buone notizie, scrivo recensioni e articoli. La cosa meravigliosa è che questa idea cresce ogni giorno. Tante persone danno il loro contributo di gioia, di belle notizie e nascono reti di solidarietà. Ogni giorno trovo nuova forza e rinasco. Ogni buona notizia, che trovo e divulgo, è rigenerante. I tempi bui sono ormai lontani. Ho trovato la mia strada. Le mie disavventure passate e le mie fragilità ora sono la mia forza. Quando intervisto e vengo a contatto con storie difficili ho la grande capacità di capire il dolore che mi viene raccontato e nel contempo di gioire per ogni piccola vittoria. Ho capito l’importanza delle piccole cose, di come sia più importante donare una mano ad un persona in difficoltà che fare un’interrogazione parlamentare o rilasciare mille interviste. Ora posso dirlo: la solidarietà, la bellezza della vita mi hanno indicato la via. Posso consigliare a chiunque abbia un momento no nella vita di non abbattersi e se occorre, di farsi aiutare. Lanciatevi nel servizio, cercate i veri valori e magari tornerete a fare quello che facevate prima, ma con prospettive totalmente diverse. Io ora mi occupo della vita vera, scrivo di chi lascia la droga e rinasce, di chi è nato disabile e ama la vita.

Ogni giorno aiuto disabili, cambiando loro il pannolino. So che le cose che faccio ora valgono molto di più di mille atti parlamentari. Scrivo di chi ha valori grandi e aiuto chi veramente ha bisogno e non ha nessuno nella vita. Sento di far parte di un progetto d’amore e che i miei sforzi vanno in una direzione importante. Come diceva San Paolo: "Sono forte nelle mie fragilità, la mia forza è questa". Non è stato un percorso semplice, ho sofferto molto, e ancora oggi capitano momenti difficili. Ma ho Aster (in foto), che soffre terribilmente, ma ha sempre una parola buona per tutti. E il sorriso di Nino (in foto), che imbocco e aiuto a vestirsi.

Anche i miei, che agli inizi non riuscivano a capire la mia scelta, ora sono dalla mia parte. E questo mi rende ancora più forte
”.

di Cinzia Ficco

3 maggio 2013

FONTE: http://www.magazine.tipitosti.it/articolo/la-storia-di-riccardo-rissi-giornalista/Giornalisti


Che storia meravigliosa questa di Riccardo Rossi, come meravigliosa è questa intervista che riporto integralmente sulle pagine di questo blog. Dicevo.... una storia meravigliosa, fatta di cambiamento, di conversione, di rinascita, fino a cambiare totalmente modo e stile di vita.
Riccardo con la sua storia ci insegna che anche in fondo al tunnel più buio c'è sempre una fiammella di speranza, ci insegna che non è mai troppo tardi per cambiare strada, per stravolgere anche completamente il proprio modo di pensare e di essere, ci insegna ancora che la vera Gioia è nel donarsi completamente agli altri e a Dio.  Certo, tutto questo non è facile, non accade dall'oggi al domani, bisogna superare ostacoli e difficoltà.... ma è possibile e la storia di Riccardo lo dimostra.
Riccardo è anche un valente giornalista, di buone notizie adesso, e credo che non mancherò di riportare qualche suo bell'articolo sulle pagine di questo blog..... per adesso però mi sento solamente di dire: Grazie Riccardo e auguri per tutto, per una vita sempre più gioiosa e ricolma di splendidi frutti !

Marco