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lunedì 24 gennaio 2022

Suor Maria Irene, per oltre quarant'anni a fianco di suor Lucia, la veggente di Fatima

Lei si chiama suor Maria Irene ed ha vissuto per oltre quarant'anni a fianco di suor Lucia, una dei tre veggenti delle Apparizioni di Fatima, l'unica dei tre sopravvissuta alla "spagnola" del 1918 e poi "nata al Cielo" il 13 febbraio 2005 all'età di 98 anni.
Vivere per tanto tempo a fianco della veggente è stata un esperienza straordinaria per suor Maria Irene, religiosa carmelitana, ed è spesso motivo di tante domande per i numerosi pellegrini che, di anno in anno, varcano la soglia del convento di Coimbra, in Portogallo, che è stata la casa dove suor Lucia è vissuta per 57 anni. Cinquantasette lunghi anni vissuti da suor Lucia nel silenzio e nella preghiera, ma anche nella Gioia di una Vocazione a cui lei ha risposto senza riserve e in assoluta pienezza. Suor Lucia ci «scherzava sopra» a proposito della sua lunga vita, ricorda col sorriso sulle labbra suor Maria Irene, rimarcando quindi il carattere ilare e gioioso della veggente. Del resto la Madonna stessa le aveva detto a Fatima: «Giacinta e Francesco li porto in Cielo fra poco, ma tu resterai qui ancora per qualche tempo. Gesù vuole servirsi di te per farmi conoscere ed amare». Parole che si sono immancabilmente avverate, anche se forse nemmeno lei avrebbe pensato che quel “qualche tempo”, in realtà sarebbe stato un tempo così lungo, lungo almeno per i nostri "parametri" terreni.

«Suor Lucia era sempre allegra e ben disposta», racconta suor Maria Irene, «e quando ci lamentavamo perché eravamo un po' stanche per il continuo via vai di pellegrini che desideravano incontrarla, lei ci incoraggiava: “Voi passate ora quello che ha passato la mia famiglia subito dopo le Apparizioni, quando eravamo sottoposti alle domande dei curiosi e anche veri e propri interrogatori delle autorità”» (cit. rivista "Maria con Te" N. 1 13 maggio 2018).
Effettivamente la vita dei 3 pastorelli di Fatima all'inizio non fu affatto facile anche a causa di questo clima di grande sospetto nei loro confronti, da parte delle autorità civili.

Oggi nel Carmelo di Coimbra, dove vige la clausura, vivono 18 consorelle, tuttavia le monache, a turno, possono accogliere i tanti pellegrini che arrivano, nella chiesa conventuale. I pellegrini che arrivano sono molti, ma dopo la morte di suor Lucia sono aumentati ancor di più, come la stessa suor Lucia aveva predetto alle consorelle.
A poca distanza dalla chiesa, per venire incontro ai tanti pellegrini desiderosi di amare Gesù e la Madonna, ma anche di conoscere qualche cosa di più della veggente di Fatima, hanno allestito un piccolo museo-memoriale dove sono conservati gli oggetti personali di suor Lucia, sue fotografie e parte della sua vastissima corrispondenza. Suor Maria Irene, infatti, ricorda che tantissima gente scriveva a suor Lucia, da ogni parte del mondo, e lei, con grande attenzione e cura, rispondeva personalmente con una macchina da scrivere. Era un apostolato per corrispondenza molto prezioso questo, e suor Lucia archiviava con grande cura tutto: missive e santini, conservando persino i francobolli. Quando suor Lucia è morta sono state raccolte qualcosa come 60 valige piene di corrispondenza!
Tutte queste lettere sono state vagliate poi, con grande attenzione, quando Papa Benedetto XVI ha aperto la causa di Beatificazione di suor Lucia, un lavoro certamente enorme, ma necessario. Attualmente, suor Lucia, è "Serva di Dio".

Suor Lucia è stata una vera e propria "Mistica" e molte persone pensano erroneamente che i suoi rapporti con il Divino si siano esauriti con gli avvenimenti di Fatima. Ma non era così..... lei ha continuato anche dopo ad avere esperienze mistiche. La stessa suor Maria Irene ricorda queste cose. Infatti, alle volte, suor Lucia arrivava in ritardo agli appuntamenti comunitari del monastero, ma questo avveniva proprio perché si tratteneva in "dialogo" con la Madonna. E questo dialogo non poteva certamente interrompersi.


Marco

Fonte fotografia: Rivista "Maria con Te" N. 1 del 13 maggio 2018

lunedì 8 ottobre 2018

«I miei 20 anni accanto a Padre Pio»


«Ho assistito a molti eventi inspiegabili, dalla sua stessa guarigione, grazie alla Madonna, a quella del mio papà. Ma il più grande è stato il suo Amore per Gesù»

Padre Marciano Morra ha un'aria severa che incute un po' di timore. Minuto ma affilato, ha l'espressione di un esigente professore di Latino. Ma è la sua corazza da timido. Quando entra un po' in confidenza e si lascia andare ha un sorriso dolcissimo. Nessuno meglio di lui può parlare di san Pio da Pietrelcina, padre Pio come tutti continuano a chiamarlo, del quale ricorrono in questi giorni due importanti ricorrenze che lo riguardano: i cento anni dall'impressione delle stimmate, avvenuta il 20 settembre 1918, e la sua morte, il 23 settembre 1968.

Padre Marciano ha ottantanove anni e per quasi venti è stato un suo confratello nel convento di San Giovanni Rotondo, dove il santo visse dal 1916 fino alla sua scomparsa. E' quindi una miniera di ricordi, aneddoti, emozioni che racconta con la sua voce pacata. «Era bellissimo stargli accanto», dice. «Facevamo a gara per passare del tempo insieme a lui: era come stare vicino a un papà affettuoso. Ci illuminava con la santità. E ci deliziava perché era un uomo gioviale e divertente. Ma c'erano volte in cui ti guardava fisso. Quello era il momento in cui leggeva nella coscienza con uno sguardo magnetico che ti trapassava. Sapevi che stava scrutando nel tuo cuore. Leggeva nelle persone come fossero stati dei libri aperti».

Nella sagrestia della vecchia chiesa del convento di Santa Maria delle Grazie, padre Marciano ci parla delle stimmate, forse il mistero più eclatante di padre Pio. Ferite alle mani, ai piedi e al costato che rimandavano alla Passione di Cristo e che erano sempre aperte come piaghe vive. Padre Marciano le ha viste più volte da vicino. «Padre Pio teneva le mani sempre coperte da mezzi guanti anche perché un ordine del Sant'Uffizio gli proibiva di mostrare le ferite. Li toglieva solo quando celebrava la Messa e allora era possibile vedere le piaghe. Servirgli Messa perciò era un compito ambito perché si era vicini a un grande mistero. In più, tornato in sagrestia, il Padre faceva baciare le mani, sempre senza guanti, ai due che erano stati con lui sull'altare. In quel momento potevo vedere bene le ferite che aveva sul palmo. Posso testimoniare che erano veri e propri buchi che trapassavano le mani da parte a parte. Il vero miracolo delle stimmate però non sta tanto nella loro presenza e nel fatto che padre Pio le abbia portate per cinquant'anni ma nel fatto che poi sono scomparse. Per ordine del Vaticano, le piaghe erano state esaminate diverse volte da medici. Alcuni avevano dichiarato l'inspiegabilità della loro natura, altri invece le avevano giudicate un imbroglio affermando che padre Pio se le procurava da solo usando degli acidi. Con la loro scomparsa però, nessuno ha più potuto dire nulla. Come è possibile infatti che una piaga, a prescindere da come si sia formata, scompaia senza lasciare neppure una piccola cicatrice? Questo è il vero miracolo che testimonia la veridicità delle stimmate.»

«Qui in sagrestia ho veduto padre Pio compiere un prodigio, guarendo il mio papà che era molto malato», continua padre Marciano. «Aveva un tumore ai polmoni e i medici gli avevano dato poco da vivere. Padre Pio lo guardò fisso, poi lo prese per il bavero della giacca e con l'altra mano iniziò a tirargli dei pugni sul petto dicendo: “E chi te l'ha detto che tu stai malato? Tu stai bene! Stai bene!”. E subito dopo: “Ora ti saluto. Arrivederci!”. Disse proprio così: “Arrivederci!”. Non capii subito cosa voleva dire ma lo compresi in seguito. Il mio papà aveva i giorni contati e invece guarì e incontrò ancora padre Pio. Ci lasciò quindici anni dopo per un'altra malattia».

Padre Marciano ricorda un altro episodio importante: «Ero presente anche quando padre Pio fu miracolato dalla Madonna. Era il 1959. Quell'anno era stata portata in Italia la statua pellegrina della Madonna di Fatima che girava le diocesi delle più importanti città. Per interessamento del cardinale Giacomo Lercaro, arcivescovo di Bologna, amico di padre Pio, si fece in modo che la statua fosse portata per due giorni anche a San Giovanni Rotondo. Però padre Pio era a letto da quattro mesi. Aveva un tumore ai polmoni e si diceva che stesse per morire. Lo portammo di peso in chiesa, dove era stata sistemata la statua della Madonna. Lì si fermò in preghiera, baciò l'immagine della Vergine e le pose tra le mani una coroncina del Rosario. Poi si fece portare alla finestra per vedere l'elicottero che partiva con la statua. Era stato deciso, infatti, che l'elicottero sarebbe andato via dopo aver fatto tre giri sopra Casa Sollievo della Sofferenza, l'ospedale fondato da Padre Pio. Quando lui vide il velivolo che si allontanava, disse: “Madonnina, sei venuta in Italia e io ero ammalato. Ora te ne vai e mi lasci ancora ammalato”. Poi, improvvisamente fu come se fosse stato attraversato da una scossa. Ero a pochi metri da lui e lo vidi tremare. Si girò e gridò: “Ma io sto bene. Sto bene. Andiamo a confessare”. Ovviamente gli fu impedito di andare in confessionale e venne riportato della sua cella. Ma il giorno dopo riprese la vita di sempre. Era perfettamente guarito».

di Roberto Allegri

FONTE: Famiglia Cristiana N. 37
16 settembre 2018


Sono passati pochi giorni dalla ricorrenza dei 50 anni della "nascita al Cielo" di padre Pio da Pietrelcina e 100 anni dall'impressione delle sue sacre stimmate. Ho pensato quindi di postare sulle pagine di questo blog qualcosa che riguardasse questo meraviglioso Santo così amato dalla gente di tutto il mondo, e l'articolo "giusto" l'ho trovato su Famiglia Cristiana con questa bella testimonianza del bravissimo padre Marciano Morra, suo confratello a San Giovanni Rotondo per tanti anni.
Tante cose si sono dette e scritte su padre Pio in tanti, tanti anni.... ma l'Amore verso questo Santo non sembra risentire del passare del tempo e la devozione nei suoi confronti è sempre vivissima nel cuore delle persone. E di questo, personalmente, ne sono solo estremamente felice, perchè padre Pio è e rimarrà sempre un esempio luminosissimo per tutti di Santità e di Amore Vero per Gesù, la nostra Madre Celeste e il prossimo, per il quale si è completamente speso in tutto l'arco della propria vita.

Marco

venerdì 12 maggio 2017

Preghiera alla Madonna di Fatima

Preghiera alla Madonna di Fatima

 Maria Madre, Maria bella,
Dolce aiuto, cara stella,
Puro giglio, vaga rosa
Senza spina obrobiosa,
Noi con fede e con amore
T'invochiamo in tutto l're.
Il tuo aiuto sol vogliamo,
O Maria, tuoi figli siamo,
Dolce Madre di pietà,
Dacci aiuto e carità.
De! riscalda il nostro cuore
Col tuo aiuto e santo amore.
Dolce Madre di clemenza
Dacci aiuto e provvidenza,
Dona aiuto agli ammalati,
Dona aiuto ai tribolati,
Dona aiuto ai poverelli,
Dona aiuto agli orfanelli.
Il tuo aiuto speciale
Ci sia scudo in ogni male.
O dolcissima Maria,
Dacci aiuto all'agonia
Per godere il tuo bel viso
Col tuo aiuto in Paradiso.