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giovedì 6 maggio 2021

Un insegnante ha dovuto vendere la sua auto a causa di problemi economici ma i suoi ex studenti l'hanno acquistata e gliel'hanno restituita

Gli insegnanti possono essere delle figure davvero fondamentali nella vita di un bambino, poiché, grazie alla loro influenza, possono fare la differenza sul modo in cui una persona decide di impostare il proprio futuro.
Questo lo sanno molto bene gli ex studenti di Marcelo Siqueira, un uomo di 87 anni che per anni ha insegnato storia e geografia nella scuola statale Dona Carola della città di Curitiba, in Brasile.

Negli ultimi anni, l'ex docente, che ora è in pensione, aveva deciso di mettere in vendita la sua amata automobile, una Volkswagen Beetle che comprò con tanti sacrifici nel lontano 1972, per via di alcuni problemi economici, tuttavia, i suoi ex alunni e l'intero quartiere in cui vive hanno pensato di fargli una bellissima sorpresa.

Il tutto è iniziato quando Claudio Martins, uno dei suoi ex alunni, si è accorto dell'annuncio di vendita del veicolo che era stato pubblicato su un giornale locale; era impossibile confondersi, poiché si trattava dell'unico "Maggiolino" di 49 anni, di colore verde chiaro che girava per la zona e quando le persone lo vedevano passare, sapevano benissimo che si trattava dell'anziano professore. Durante un'intervista Claudio ha raccontato che: “Lui era un insegnante davvero speciale, si sedeva a fianco a noi e ci dava sempre dei preziosi consigli. Ha ricoperto un ruolo fondamentale per noi bambini che dovevamo pensare al futuro”.
Per questo motivo, tramite un gruppo creato su Whatsapp, gli ex studenti dell'istituto Dona Carola hanno cominciato a raccogliere i soldi necessari per poter acquistare l'auto dell'anziano maestro, in seguito, una volta racimolata la somma complessiva, hanno deciso di fare una sorpresa a Marcelo e, con la complicità di suo figlio, sono riusciti a far intervenire anche le telecamere di una televisione locale.

Con la scusa della vendita della mitica auto, il figlio di Marcelo si è reso disponibile per un'intervista e, mentre aspettavano il presunto acquirente, hanno proposto all'anziano di fare un ultimo giretto con la propria amata macchina. In quel momento, un amico di famiglia che stava spostando il veicolo ha fatto finta che la macchina non funzionasse più ed è proprio allora che gli ex studenti sono usciti allo scoperto lasciando l'uomo a bocca aperta.

Dopo avergli consegnato le chiavi della macchina, gli ex studenti hanno detto a Marcelo che erano riusciti anche a raccogliere i soldi necessari per rimettere a nuovo l'auto e l'ex insegnante non è riuscito a trattenere le lacrime per la gioia. Alla fine, dopo tutte queste grandi emozioni, una nota di colore ha fatto sorridere tutti quanti, poiché quando Marcelo ha deciso di salire in macchina per riportarla in garage, quest'ultima non partiva più e gli ex alunni hanno dovuto spingerla fino a casa.

di Elena Franchini

2 maggio 2021

FONTE: Curiosando si impara

domenica 17 febbraio 2019

I vandali distruggono la bici alla prof, gli alunni di terza media la riparano


l gesto di Riccardo e Lorenzo, 13 anni, meccanici autodidatti. L’insegnante: «Si parla solo dei bulli, ma ci sono ragazzi stupendi»

È una vecchia bici, ma con la sua strenua resistenza ha accompagnato lo svolgersi delle stagioni e più di un passaggio della vita. La professoressa di arte l’ha portata in stazione tre anni fa, la prima volta che è arrivata a Poggio Rusco, un paesino di seimila abitanti nel cuore della Pianura Padana, all’incrocio delle province di Mantova, Ferrara e Modena. In quella stazione di campagna la bici aspetta tutte le notti e ha aspettato per mesi quando la sua proprietaria si era trasferita in un’altra sede, dove non ne aveva bisogno. Poi, da settembre, ha ripreso il suo onorato servizio.

La giovane prof, Ramona Cervelli, che è precaria e si vede assegnare la scuola in cui insegna di anno in anno, ogni mattina prende il treno da Bologna, dove vive, e poi su quella bici pedala per un chilometro per arrivare all’Istituto comprensivo di Poggio Rusco, che si trova ai margini del paese dove i capannoni si sfrangiano tra i campi: un vecchio edificio in cemento armato che, da quando il terremoto ha distrutto la struttura che ospitava le elementari, riunisce un migliaio di alunni dalla materna alle medie. Siamo nel pieno Nord produttivo, ma i ritmi della campagna e le file di case basse lo fanno sembrare un luogo fuori dal tempo.

Fuori dai tempi inferociti in cui viviamo è anche il gesto semplice di due dei suoi alunni di terza media, Lorenzo Oliani e Riccardo Bergamini, tredici anni a testa, un mix di energia e timidezza. All’inizio di febbraio la prof ha trovato la bici distrutta: qualcuno — forse un gruppo di ragazzi più grandi annoiati — nel fine settimana l’aveva presa a calci, sformandone la ruota e abbandonandola lì, sconfitta e violata. L’insegnante ha dovuto iniziare ad andare a scuola a piedi: «Era impossibile usarla, ma non me la sono sentita di buttarla. Ho tolto il catenaccio e ho deciso di lasciarla al suo destino: forse qualcuno poteva darle una nuova vita». Qualche giorno dopo non l’ha vista più: «Ho pensato che era andata così e ne sono stata contenta».

Ma al ritorno a scuola ha trovato una sorpresa: la sua vecchia bici perfettamente funzionante, con la ruota a posto e un rilucente parafango blu. «Glielo avevamo detto che l’avremmo aggiustata, ma lei non ci ha creduto» racconta Lorenzo, che è minuto e ha la parlantina facile. «Lo sappiamo fare: abbiamo imparato da soli provando e riprovando» aggiunge Riccardo, che è alto e ha già una voce profonda. Smontare e rimontare le cose è la sua passione: «A casa in giardino ho persino un motore che mi hanno regalato — dice con entusiasmo —: da grande voglio fare il meccanico e infatti l’anno prossimo andrò al professionale a Mantova». Lorenzo, che è appassionato di trattori e si iscriverà «all’agrario» perché vuole lavorare in campagna, spesso ci gioca con lui.

Per i due è stato naturale offrirsi di riparare la bici che ogni mattina portava a scuola la loro insegnante. Se la sono caricata in spalla e l’hanno portata a casa. «La cosa più difficile è stata togliere il carter rotto che bloccava la catena — spiega Lorenzo —. Il parafango l’abbiamo preso dalla vecchia bici di mia madre». La professoressa è stata così colpita dal loro gesto che ha scritto alla Gazzetta di Mantova per raccontarlo: «Si sente sempre parlare di bullismo ma la scuola e i ragazzi sono anche questo, è giusto che si sappia», dice ora. Lorenzo e Riccardo si sono meritati anche le lodi della preside, Cristina Tralli. Alla fine una lezione l’hanno data loro, a tutti: come si diventa gli uomini di domani.

di Elena Tebano

10 febbraio 2019

Fonte: Corriere.it


Mi piace alternare in questo blog post particolarmente seri e importanti ad altri più "leggeri" e "quotidiani". Quest'ultimo appartiene a questa seconda categoria, ma questo nulla toglie alla sua valenza e bellezza, pur nella semplicità del gesto compiuto. E sono contento di aver inserito questo post perchè quando si parla di giovani alunni, spesso e volentieri si mette in evidenza il problema del bullismo a scuola, dell'uso e abuso di alcool e droghe già in questa età, della "deriva" di valori dei giovani d'oggi..... ma assai poco si parla del "Bene" che esiste nella gioventù, quasi che questo Bene non esistesse. E invece, lasciatemelo dire, c'è anche molto di buono nella gioventù di oggi, e questo "buono" va fatto conoscere, va evidenziato e incentivato. Il bel gesto di Lorenzo e Riccardo non salverà certamente il mondo, ma certamente contribuisce, nella sua semplicità e spontaneità, a renderlo migliore, poichè la nostra società si poggia anche su belle azioni come queste.
Non smettiamo mai di credere e puntare sui nostri giovani.... sono il futuro della nostra società ed hanno molto bisogno che si creda e si abbia fiducia in loro!

Marco

martedì 31 luglio 2018

Riccione, in classe c'è un bimbo con l'epilessia: ogni compagno ha un ruolo per le emergenze


Il piccolo ha 9 anni: la maestra ha spiegato ai suoi amici come rendersi utili in caso di crisi

RICCIONE - C'è un bambino di 9 anni che ha l'epilessia. E compagni di classe pronti a soccorrerlo quando lui ne ha più bisogno, perché la maestra ha spiegato loro cosa sia questo problema di salute, che conseguenze e che manifestazioni abbia, e come occorra intervenire, con lucidità e rapidità. E' stata la mamma del bambino a raccontare in una lunga lettera su un gruppo Facebook come l'insegnante abbia deciso di rendere ciascun compagno di classe consapevole di poter essere d'aiuto: ha affidato a ciascuno di loro un ruolo, nel caso il loro amico abbia una crisi in classe. I genitori del piccolo hanno scoperto quel foglio di istruzioni quasi per caso, andando ai colloqui.

Se il ruolo di regista dei soccorsi spetta ovviamente all'insegnante, c'è poi "chi prende il farmaco, chi avverte i bidelli, chi prende dall'armadietto il cuscino", ed è prevista persino una turnazione degli incarichi, mese per mese, e sostituti, perché non manchi mai sostegno al bambino. In questo modo, spiega la madre, i suoi compagni si preparano “ad essere utili e a reagire in caso di necessità. Io mi sono fortemente commossa”, scrive. “La maestra ha compiuto un gesto di estrema importanza perché li ha resi partecipi e preparati per una cosa importantissima: Aiutare. Questo è un grande insegnamento di solidarietà. Questi bambini un giorno per strada si fermeranno ad aiutare chi ha bisogno e non si volteranno dall'altra parte! Io ho il magone in gola perché so che in classe non vedono l'ora di avere il nome scritto lì sopra. Noi famigliari insegnamo a casa certi valori e principi ma poi è di fondamentale importanza che anche la società segua un certo percorso. Questo foglio per me è la Vita, è amore per il prossimo”, scrive a caratteri cubitali, “è altruismo. Quando una maestra può fare un enorme differenza. Mio figlio sta vivendo tranquillo non solo per noi a casa che cerchiamo di fare un cammino amorevole ma anche perché ha risposte così meravigliose dall'esterno ma che è sempre un ambiente dove vive. Grazie è poco maestra Elena Cecchini”.

6 aprile 2018

FONTE: Repubblica.it


Storia semplice ma bellissima, che ci dice più che mai quanto basti poco, in fin dei conti, per rendere migliore la società in cui viviamo. Quello che ha fatto questa maestra di scuola è veramente splendido, un gesto di meravigliosa, squisita umanità, altruismo e solidarietà, un gesto che rende partecipi tutti i suoi alunni i quali, c'è da scommetterci, non dimenticheranno mai questo meraviglioso insegnamento e se lo porteranno dappresso per tutta la loro vita.

Marco