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sabato 17 luglio 2021

Dalla strada al ristorante

In Cambogia l'organizzazione Mith Samlanshi ha avviato programmi di assistenza e tirocinio professionale. Negli ultimi anni si è occupata di oltre 100 mila bimbi poverissimi abbandonati a se stessi che ora sono meccanici, elettricisti o (tantissimi di loro) cuochi e camerieri in locali di successo

Quando Sebastian Marot si fermò al passaggio a Phnom Penh durante un viaggio verso il Giappone, nel 1994, mai avrebbe pensato che quella tappa esotica avrebbe cambiato tanto la sua vita. Conosceva bene l'Asia, aveva servito a lungo presso l'ambasciata francese a Tokio, ma la miseria estrema della Cambogia sopravissuta al genocidio dei khmer rossi e poi all'autoritarismo della Repubblica popolare di Kampuchea lo scosse profondamente. Migliaia di orfani vagavano per la città, senza casa o parenti, abbandonati a se stessi, spesso vittime di abusi di ogni genere.

Tarantole al pepe nero

La vista dei bambini di strada che dormivano sui fogli di cartone vicino al Mercato Centrale gli fecero cambiare i piani”, ricorda il Cambodia Daily, riportando le sue parole. «Ricostruire un paese senza “ricostruire” i bambini non ha alcun senso per me; è uno spreco inaudito». E' partita così l'avventura cambogiana di questo espatriato francese e di un gruppo di suoi amici stranieri che decisero di aprire un rifugio per bambini e ragazzi di strada a Phnom Penh, offrendo loro rifugio e un'educazione di base.
La maggior parte non sapeva né leggere né scrivere. Nel primo anno l'organizzazione Mith Samlanh (“Amici stretti” in lingua khmer) cambiò la vita a 17 bambini. Ad oggi ne ha salvati dalla vita di strada oltre 100.000 attraverso svariati programmi di assistenza e di tirocinio professionale, alcuni rivolti anche ai genitori. Quello di maggior successo, sopratutto a livello di immagine, è il “vocational training” nella ristorazione.
L'idea di affiancare l'attività assistenziale tradizionale al social business è nata quasi per caso quando uno chef tedesco, Gustav Auer, arrivò nella capitale cambogiana per un periodo di volontariato diciassette anni fa. A quei tempi l'offerta gastronomica a Phnom Penh era ancora alquanto limitata e così Auer suggerì a Marot di aprire un ristorante con un'offerta più evoluta del consueto cibo di strada e al contempo di addestrare “in diretta” i ragazzi a diventare cuochi, camerieri, maitre di sala. Friends The Restaurant è stato subito un successo.
Oggi riuscire a mangiare ai tavolini affacciati sulla vivace Street 13, a pochi passi dal Museo Nazionale dove sono custodite alcune delle più belle sculture khmer, è un must per i visitatori più attenti: il menù è stuzzicante e raffinato (da provare le khmer style scotch eggs, uova d'anatra con carne di maiale, lime e salsa all'aglio), il conto un po' più alto della media cambogiana ma comunque ridicolo rispetto al prezzo di una cena europea. E l'incasso viene reinvestito nei progetti del gruppo, che oggi vanta un secondo ristorante a Phnom Penh – Romdeng, con menù “all-khmer” (per gli avventurosi, “tarantole striscianti con salsa di lime al pepe nero”) - e altri sei sparsi fra Cambogia, Laos e Myanmar.

Sette regole d'oro


A Siem Reap il ristorante Marum propone forse il menù più stravagante. I più audaci possono assaggiare mini-hamburger con carne di coccodrillo, formiche rosse di albero soffritte con lime e peperoncino, ma anche una deliziosa zuppa di pesce al tamarindo e bella di giorno.
I volontari di Friends raccontano che vendendo fiori e giornali, o peggio mendicando e spacciando droga, si fanno soldi facili in Cambogia. La sfida è riuscire a convincere i giovani che un tirocinio professionale di almeno un anno può portare a un futuro migliore. «Spesso quando sei povero puoi permetterti di pensare a quello che accadrà tra un anno», secondo Gustav Auer. La sfida però finora ha avuto successo.
«Ogni anno aiutiamo 1500 giovani a conquistare nuove competenze e ottenere un posto di lavoro», assicura Sebastien Merot. In fondo, sostiene il fondatore di Friends International (www.friends-international.org), non ci vuole molto: «Addestrare uno studente costa solo 50 dollari al mese».
Accanto ai ristoranti ha avviato programmi di addestramento per parrucchieri, barbieri, estetiste, meccanici, elettricisti, impiegati d'albergo, oltre ad offrire servizi d'assistenza a chi vive ai margini della società, come gli alcolisti, i tossicodipendenti, i malati di Hiv. Uno dei programmi più interessanti si rivolge direttamente ai turisti.
In quasi tutti gli hotel di Phnom Penh (e in diversi altri Paesi dove Friends già opera) gli ospiti trovano sul comodino un depliant con sette regole d'oro da rispettare.
La campagna “ChildSafe” ha un obbiettivo chiaro e la lista merita di essere riportata qui, perchè vale anche per molti altri Paesi in via di sviluppo.
1 – I bambini non sono un attrazione turistica, non trattarli come tali
2 – Fare volontariato con i bambini ci fa sentire bene ma per loro potrebbe essere dannoso (i bambini meritano maestri preparati ed esperti che conoscano la lingua e la cultura locale)
3 – I bambini pagano cara la vostra generosità; non dare nulla ai bambini che mendicano
4 – I professionisti sanno cosa fare, chiamali se un bambino ha bisogno di aiuto
5 – Il sesso con i bambini è un crimine, denuncia il turismo sessuale
6 – I bambini non dovrebbero lavorare invece di andare a scuola, denuncia il lavoro infantile
7 Child-Safe Traveller (per maggiori informazioni: www.thinkchildsafe.org).


di Sara Gandolfi

2 gennaio 2018

FONTE: Corriere della Sera buonenotizie

venerdì 25 novembre 2016

Chiara Amirante: “Così abbraccio chi vive disperato nei deserti delle nostre metropoli”


Chiara Amirante, classe 1966, fondatrice di Nuovi Orizzonti: 
Un gran numero di ragazzi è dipendente da droghe, giochi d'azzardo, alcol e sesso nella solitudine più profonda. Ma tendere la mano può riaccendere la speranza in chi l'ha persa. Da quell'intuizione sono nati 210 centri di accoglienza e 5 Cittadelle Cielo. L'ultima inaugurata a Frosinone. 

ROMA
C'è un popolo della notte che vive nei deserti delle nostre metropoli imprigionato nella disperazione. Nelle strade delle nostre città un gran numero di ragazzi, spesso anche figli di buone famiglie, vive dipendente da droghe, giochi d'azzardo, alcol, sesso, nella solitudine più profonda. A loro tendiamo la mano sapendo che un dialogo, un abbraccio, anche un semplice saluto possono riaccendere la speranza in chi l'ha persa


Chiara Amirante, classe 1966, fondatrice di Nuovi Orizzonti, associazione di diritto pontificio impegnata in diverse iniziative sociali, parla con Repubblica il giorno in cui inaugura una "Cittadella Cielo" a Frosinone alla presenza di Andrea Bocelli, Amedeo Minghi, Filippo Neviani (in arte Nek), Raffaele Riefoli (in arte Raf) e suor Cristina Scuccia. Già cinque nel mondo, le Cittadelle sono piccoli villaggi di accoglienza dove chiunque si senta solo, emarginato e disperato, può essere accolto, sostenuto e amato. E dove chi lo desidera possa formarsi al volontariato per poi realizzare nuovi progetti e iniziative nella propria realtà locale.

Come è nata l'idea delle Cittadelle Cielo?

L'idea è nata nel '96 poco dopo aver aperto la prima comunità di accoglienza Nuovi Orizzonti per ragazzi di strada. Avevo iniziato ad andare in strada per mettermi in ascolto del grido del popolo della notte e mi ero resa conto di quante nuove povertà esistono. Allora non immaginavo di trovare tanti ragazzi disperati, anche ragazzi benestanti ma con la morte nel cuore, persone che erano finite in veri e propri tunnel infernali di droga e alcol, prostituzione, schiavitù... giovani con situazioni di vita personali drammatiche. Subito capii che dovevo creare dei luoghi per accoglierli


Cosa fece per loro?
La prima risposta fu appunto accoglierli per fare con loro percorsi di ricostruzione interiore e di guarigione del cuore basati sul Vangelo. Poi, man mano che questo popolo che bussava alle porte della comunità e del mio cuore aumentava nacque il sogno delle Cittadelle Cielo. Dei piccoli villaggi, aperti all'accoglienza di chiunque viva situazioni di grave disagio e con Centri di accoglienza, di ascolto, prevenzione, centri di cooperazione internazionale, formazione e promozione di cultura, centri di spiritualità, preghiera, luoghi di accoglienza per malati terminali, centri accoglienza alla vita. Piccoli villaggi di formazione al volontariato internazionale affinché chiunque lo desideri possa anche a sua volta essere di sostegno ad altri. Cerchiamo di portare la gioia a chi ha perso la speranza, dischiudere nuovi orizzonti a chi vive nel disagio, intervenendo a 360 gradi in tutti gli ambiti del disagio sociale


Quale regola di base vi spinge ad agire?
Soltanto una: l'Amore. L'Amore fa miracoli perché Dio è Amore


Va ancora oggi in strada la notte?
Oggi poco perché sono letteralmente sommersa di lavoro e di richieste di aiuto ma ci sono ormai tantissimi dei ragazzi accolti in comunità e altri che fanno parte di più di mille equipe di servizio che vanno in strada, nelle scuole, nei bar, nelle zone più "calde"...


Cosa fate quando andate in strada?
Semplicemente andiamo incontro ai ragazzi, a chi sta male, a chi è emarginato. Andiamo e iniziamo a dialogare fuori dalle discoteche, dai locali, nelle stazioni ovunque ci siano dei luoghi di aggregazione. Cerchiamo un dialogo vero, profondo. Spesso basta un saluto, un abbraccio, perché il cuore delle persone disperate e sole si apra


Abbracciate i ragazzi?
Anche, sì. Una delle tante iniziative che facciamo in strada si chiama Abbracci Gratis. Per strada offriamo un abbraccio. E da quell'abbraccio può nascere un dialogo, anche profondo. I malesseri sono tanti: dipendenza da droghe, alcol, gioco, bulimia, depressione. I ragazzi sono spesso immersi in situazione di disagio profondissimo. Ma basta poco per cambiare le cose. L'Amore di Gesù è più potente di tutto


Come ha deciso di andare per strada?
E' stato il frutto di una sofferenza, una malattia terribile che non sembrava avere soluzione. Lessi Giovanni 15: Questo vi ho detto perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena. Scoprii che la gioia piena che Cristo ci dona resiste alle prove più terribili della vita e questo mi spinse ad andare per strada a cercare i più disperati con il desiderio di riaccendere la speranza nei loro cuori


Da quella intuizione sono nate tante realtà. Per dare qualche numero: 210 centri di accoglienza, formazione e orientamento, 78 Centri residenziali di accoglienza, reinserimento e formazione, 57 Centri di ascolto di prevenzione e di servizio, 75 famiglie aperte all'accoglienza, 5 Cittadelle del Cielo nel mondo, 500.000 Cavalieri della Luce impegnati a portare la gioia a chi vive situazioni di grave disagio...
È tutto un miracolo. Come anche l'ultima Cittadella a Frosinone. Oggi presentiamo questa iniziativa al territorio perché vogliamo impegnarci insieme a ogni persona di buona volontà nell'edificare la Civiltà dell'Amore, una società rinnovata dalla forza della solidarietà, della condivisione, della giustizia sociale, dell'attenzione a chi soffre
.

di Paolo Rodari

6 novembre 2016

FONTE: Repubblica.it 




Conosco di fama Chiara Amirante e da diverso tempo seguo quello che questa splendida persona, per Grazia di Dio, compie. E ho colto l'occasione dell'inaugurazione della "Cittadella Cielo" di Frosinone, avvenuta il 6 novembre scorso (vedi video sopra), per postare questa bella intervista con lei.
Quanta Grazia, quanta Grazia c'è nelle Opere che il buon Dio compie attraverso questo suo docile strumento, questo suo "pennello" mi sentirei di chiamarla, che è appunto Chiara Amirante, a favore delle persone più bisognose, deboli, sbandate e disperate..... Un "pennello" dicevo nelle mani del buon Dio che, attraverso di lei, compie autentici Capolavori di Amore e Solidarietà che si chiamano Cittadelle Cielo, Comunità Nuovi Orizzonti, Cavalieri della Luce.... e tanto altro ancora. Un vero e proprio fiume d'Amore sgorga da tutte queste Opere meravigliose, l'Amore di Dio che, per parole della stessa Chiara, fa autentici Miracoli, perché Dio è Amore.
Grazie di cuore Chiara, per tutto quello che sei e che fai, sopratutto per essere un docile strumento nelle mani di Dio.... e Lode e Gloria a Dio per tutta la Benevolenza che sempre ci dona in tanti, infiniti modi diversi. Lode e Gloria al nostro buon Dio, sempre e dovunque!

Marco