l gesto di Riccardo e Lorenzo, 13 anni, meccanici autodidatti. L’insegnante: «Si parla solo dei bulli, ma ci sono ragazzi stupendi»
È una vecchia bici, ma con la sua strenua resistenza ha accompagnato lo svolgersi delle stagioni e più di un passaggio della vita. La professoressa di arte l’ha portata in stazione tre anni fa, la prima volta che è arrivata a Poggio Rusco, un paesino di seimila abitanti nel cuore della Pianura Padana, all’incrocio delle province di Mantova, Ferrara e Modena. In quella stazione di campagna la bici aspetta tutte le notti e ha aspettato per mesi quando la sua proprietaria si era trasferita in un’altra sede, dove non ne aveva bisogno. Poi, da settembre, ha ripreso il suo onorato servizio.
La giovane prof, Ramona Cervelli, che è precaria e si vede assegnare la scuola in cui insegna di anno in anno, ogni mattina prende il treno da Bologna, dove vive, e poi su quella bici pedala per un chilometro per arrivare all’Istituto comprensivo di Poggio Rusco, che si trova ai margini del paese dove i capannoni si sfrangiano tra i campi: un vecchio edificio in cemento armato che, da quando il terremoto ha distrutto la struttura che ospitava le elementari, riunisce un migliaio di alunni dalla materna alle medie. Siamo nel pieno Nord produttivo, ma i ritmi della campagna e le file di case basse lo fanno sembrare un luogo fuori dal tempo.
Fuori dai tempi inferociti in cui viviamo è anche il gesto semplice di due dei suoi alunni di terza media, Lorenzo Oliani e Riccardo Bergamini, tredici anni a testa, un mix di energia e timidezza. All’inizio di febbraio la prof ha trovato la bici distrutta: qualcuno — forse un gruppo di ragazzi più grandi annoiati — nel fine settimana l’aveva presa a calci, sformandone la ruota e abbandonandola lì, sconfitta e violata. L’insegnante ha dovuto iniziare ad andare a scuola a piedi: «Era impossibile usarla, ma non me la sono sentita di buttarla. Ho tolto il catenaccio e ho deciso di lasciarla al suo destino: forse qualcuno poteva darle una nuova vita». Qualche giorno dopo non l’ha vista più: «Ho pensato che era andata così e ne sono stata contenta».
Ma al ritorno a scuola ha trovato una sorpresa: la sua vecchia bici perfettamente funzionante, con la ruota a posto e un rilucente parafango blu. «Glielo avevamo detto che l’avremmo aggiustata, ma lei non ci ha creduto» racconta Lorenzo, che è minuto e ha la parlantina facile. «Lo sappiamo fare: abbiamo imparato da soli provando e riprovando» aggiunge Riccardo, che è alto e ha già una voce profonda. Smontare e rimontare le cose è la sua passione: «A casa in giardino ho persino un motore che mi hanno regalato — dice con entusiasmo —: da grande voglio fare il meccanico e infatti l’anno prossimo andrò al professionale a Mantova». Lorenzo, che è appassionato di trattori e si iscriverà «all’agrario» perché vuole lavorare in campagna, spesso ci gioca con lui.
Per i due è stato naturale offrirsi di riparare la bici che ogni mattina portava a scuola la loro insegnante. Se la sono caricata in spalla e l’hanno portata a casa. «La cosa più difficile è stata togliere il carter rotto che bloccava la catena — spiega Lorenzo —. Il parafango l’abbiamo preso dalla vecchia bici di mia madre». La professoressa è stata così colpita dal loro gesto che ha scritto alla Gazzetta di Mantova per raccontarlo: «Si sente sempre parlare di bullismo ma la scuola e i ragazzi sono anche questo, è giusto che si sappia», dice ora. Lorenzo e Riccardo si sono meritati anche le lodi della preside, Cristina Tralli. Alla fine una lezione l’hanno data loro, a tutti: come si diventa gli uomini di domani.
di Elena Tebano
10 febbraio 2019
Fonte: Corriere.it
Mi piace alternare in questo blog post particolarmente seri e importanti ad altri più "leggeri" e "quotidiani". Quest'ultimo appartiene a questa seconda categoria, ma questo nulla toglie alla sua valenza e bellezza, pur nella semplicità del gesto compiuto. E sono contento di aver inserito questo post perchè quando si parla di giovani alunni, spesso e volentieri si mette in evidenza il problema del bullismo a scuola, dell'uso e abuso di alcool e droghe già in questa età, della "deriva" di valori dei giovani d'oggi..... ma assai poco si parla del "Bene" che esiste nella gioventù, quasi che questo Bene non esistesse. E invece, lasciatemelo dire, c'è anche molto di buono nella gioventù di oggi, e questo "buono" va fatto conoscere, va evidenziato e incentivato. Il bel gesto di Lorenzo e Riccardo non salverà certamente il mondo, ma certamente contribuisce, nella sua semplicità e spontaneità, a renderlo migliore, poichè la nostra società si poggia anche su belle azioni come queste.
Non smettiamo mai di credere e puntare sui nostri giovani.... sono il futuro della nostra società ed hanno molto bisogno che si creda e si abbia fiducia in loro!
Non smettiamo mai di credere e puntare sui nostri giovani.... sono il futuro della nostra società ed hanno molto bisogno che si creda e si abbia fiducia in loro!
Marco