Nell’ex colonia portoghese con capitale Bissau c’è la diffusa consuetudine, dettata dalla superstizione, di abbandonare il primo nato di due gemelli e anche i bimbi disabili, spesso lasciati morire nella foresta. È in tale contesto che agiscono le Suore Benedettine della Divina Provvidenza e le Missionarie dell’Immacolata, la cui opera è fondamentale per custodire queste vite indifese.
Se venire al mondo in Guinea-Bissau non è facile, lo è anche di meno per i nati da parto gemellare. Nell’ex colonia portoghese, infatti, continua a essere presente la consuetudine di abbandonare il primo nato di due gemelli, spesso lasciandolo morire nelle aree paludose della foresta o sulle rive del fiume.
Non a caso, da una ricerca realizzata dall’Odense University Hospital sull’andamento demografico nella capitale del Paese africano nel periodo tra il 2009 e il 2011, è emerso come i gemelli avessero una mortalità perinatale molto elevata, tre volte superiore a quella dei singoli. Una situazione legata alla sopravvivenza di credenze ancestrali che identificano questa categoria come portatrice di pericoli e sventure. Alla luce di queste rappresentazioni culturali dure a scomparire, queste esistenze vengono lette come un’incognita nel rapporto tra l’umano e il divino, da "risolvere" con l’alienazione o l’eliminazione fisica.
L’usanza continua a essere praticata nelle società Balanta e Mansoanca, dove questi bambini vengono spesso considerati posseduti da spiriti maligni, gli “iran”. La stessa sorte è riservata ai nati con disabilità, anch’essi ritenuti posseduti e per questo abbandonati nella foresta, dove vanno incontro a morti orribili; o sbranati dagli animali o uccisi nel corso di cerimonie rituali. In questi casi, le madri, per l’ostracismo della comunità in cui vivono, sono condotte a consegnare i propri figli nelle mani degli stregoni del villaggio.
Ci sono storie, però, di donne più forti delle superstizioni che, con coraggio, sono riuscite a salvare i loro pargoli da questa fine atroce: è il caso di Nita che riuscì, attraversando un fiume in canoa da sola, a portare in salvo la sua bambina nata senza una gamba e con una mano malformata, affidandola alle cure di una suora in missione. Oggi la piccola, arrivata in Sicilia con l’aiuto dell’associazione “Amici della Missione” di Acireale, ha 11 anni e grazie alle cure del Centro ortopedico Ro.Ga. di Enna ha imparato a camminare e persino a ballare.
Vicende come quest’ultima aiutano a comprendere l’importanza dell’azione missionaria della Chiesa, impegnata a difendere, per citare le parole che san Giovanni Paolo II ebbe a pronunciare nel 1990 proprio a Bissau, “l’inviolabile dignità della persona umana, in modo che tutti siano portati a riscoprirla alla luce del Vangelo”. È quello che fanno le Suore Benedettine della Divina Provvidenza che, nella città di Catió, si occupano di accudire nel Centro nutrizionale della missione i piccoli abbandonati, perché gemelli o disabili, o aiutano nell’allattamento e nell’istruzione quelle madri che hanno scelto, invece, di tenerli e crescerli nonostante i pregiudizi. Quest’attività viene affiancata da corsi di formazione rivolti alle donne dei villaggi vicini, con lezioni anche sulla disabilità e sulla gemellarità per sfatare le credenze popolari che sono all’origine della pratica degli infanticidi.
Un’altra realtà importante che agisce a difesa della vita in un Paese dove ignoranza diffusa, estrema povertà e instabilità politica rendono non poco complicata quest’opera, è rappresentata da Casa Bambaran a Bissau. Si tratta di una struttura gestita dalle Missionarie dell’Immacolata dove trovano accoglienza quei bambini strappati a una morte sicura perché disabili o gemelli nati per primi. Il centro, situato nella periferia della capitale, prende il nome dal tessuto che le donne africane utilizzano tradizionalmente per avvolgere i neonati. Qui i bambini abbandonati nelle strade e nelle foreste hanno la possibilità di iniziare un percorso scolastico e vengono aiutati, grazie a una sviluppata rete di contatti con le parrocchie, a trovare famiglie disposte a prenderli in affido.
La presenza della Chiesa cattolica costituisce in molti casi, come abbiamo visto per la storia di Nita e della sua piccola nata con una malformazione, l’unica opportunità di sopravvivenza per questi piccoli non accettati dalle comunità d’appartenenza per la loro "diversità".
Un argine contro quella cultura dello scarto che in questo caso specifico continua a fare vittime a causa della persistenza di credenze ancestrali, ma che negli ultimi decenni si vorrebbe ulteriormente rivitalizzare in Africa attraverso quella che Francesco chiama “colonizzazione ideologica” e che passa mediante la promozione di pratiche contro la vita come, ad esempio, l’aborto selettivo.
di Nico Spuntoni
4 agosto 2019
FONTE: La nuova Bussola Quotidiana
E' tristissimo vedere come, ancora nel 21° Secolo, debbano esistere in certe parti del mondo culture e credenze così macabre che portano alla morte un gran numero di piccole creature innocenti. Ma, grazie al Cielo, esistono i missionari, queste anime "belle" che si occupano di salvare questi bambini da questi assurdi infanticidi, causa di una mentalità retrograda e nefasta.
Non si potrà mai ringraziare abbastanza l'opera dei missionari nel mondo, uomini e donne che dedicano tutta la loro vita a favore dei più poveri, degli indifesi, degli anziani, dei malati, dei bambini.... per Amore loro e a Gloria di Dio. Da parte mia, posso solamente dire, con tanta gratitudine e riconoscenza, il mio più sentito "Grazie".
Marco
Alcuni dipendenti dell'ospedale di Pordenone hanno scelto di convertire i giorni accumulati e aiutare la famiglia della piccola. La bimba malata di leucemia ha appena compiuto 5 anni. Il grazie della mamma: “Un gesto che riempie i nostri cuori”
AZZANO
Anche l'ospedale Santa Maria degli Angeli di Pordenone aiuta la piccola Elisa grazie alle ferie solidali. Si tratta di giorni di ferie donati a titolo gratuito e volontario dai dipendenti.
L'INIZIATIVA
Il grazie di mamma Sabina e papà Fabio è enorme; nella speranza di non essere lasciati soli in questo lungo viaggio. Per chiedere le ferie solidali ci sia un iter burocratico da seguire, con relativa richiesta da presentare al datore di lavoro, ogni volta che vengono raggiunti i 30 giorni donati. A parlare è la mamma, Sabina Maria, che racconta di Elisa che ha appena compiuto 5 anni (il terzo compleanno di fila in ospedale) poiché colpita da una leucemia rarissima, la miclomonocitica infantile. “Volevo permettermi di ringraziare veramente con tutto il cuore i colleghi dell'ospedale Santa Maria degli Angeli di Pordenone e tutta l'Azienda 5 del Friuli Occidentale. Infatti ho saputo che mi stanno aiutando, donandomi le ferie solidali grazie a una nuova legge entrata in vigore lo scorso aprile – afferma Sabina -. Chi vorrà potrà donare da un minimo di un giorno al massimo di 8 giorni spalmandoli in vari mesi e la donazione sarà anonima. Ringrazio anche perché ho appena finito l'aspettativa di due anni. Un saluto e un caloroso abbraccio in particolare va alla signore Michela Casarsa che, oltre aver già donato di sua iniziativa, si è prodigata instancabilmente per propagare questo appello di grande solidarietà. Sono ormai da quasi due anni e mezzo chiusa in camera con la piccola Elisa e il mio compagno Fabio all'ospedale del Vaticano, il Bambino Gesù: non finiremo mai abbastanza di ringraziare per l'ospitalità, l'amore e la professionalità il professor Franco Locatelli, tutti i medici, l'ufficio infermieristico e i volontari; è il quarto ospedale che giriamo pur di riuscire a salvare la piccola dalla malattia. Purtroppo attualmente non esiste nessuna terapia che la possa salvare, solo il trapianto di midollo osseo. Un primo tentativo fatto il 19 gennaio 2018 non ha avuto purtroppo un buon esito forse a causa della malattia troppo aggressiva o forse per il fatto che il donatore non fosse perfettamente compatibile. Elisa è in attesa di fare un secondo trapianto e la speranza è quella di riuscire a trovare un donatore e di portare il midollo nel suo corpicino. Attualmente le condizioni di salute sono discrete nonostante purtroppo abbia avuto ultimamente un virus che l'ha debilitata molto. Ci si prospetta una degenza ancora lunga, piena di insidie. Sono vicino a Elisa giorno e notte pur di riuscire in questa impresa, che ormai mi pesa relativamente, vado avanti per inerzia. Vicino a noi c'è il mio compagno Fabio, che ha voluto chiudere la sua attività due anni e mezzo fa per andare a 600 chilometri da casa in uno dei centri all'avanguardia per questa terribile malattia. L'appello per trovare un donatore di midollo osseo è sempre attuale. Chiamate Admo oppure il centro trasfusionale dell'ospedale più vicino a voi”. Sulla pagina Facebook “Pardini Fabio per Elisa” maggiori informazioni anche su come tipizzarsi.
Di Elisa Marini
1 agosto 2019
FONTE: Gazzettino.it
Queste sono notizie che fa sempre un gran piacere riportare, anche se la situazione della piccola Elisa è tutt'altro che risolta! Ma confido sempre nella generosità del popolo italiano, che è da sempre un popolo dal grande Cuore.
Forza Elisa, ti siamo tutti vicini e facciamo tutti quanti il tifo per te!
Ti vogliamo Bene!
Marco
Elisa Pardini è una bambina colpita da una gravissima forma di leucemia. L'unico modo per salvarla è trovare un donatore pienamente compatibile. Oggi compie 5 anni: l'appello
"Oggi è il mio compleanno. E' il terzo che festeggio qui in cameretta al Bambino Gesù del Vaticano". La piccola Elisa Pardini, originaria di Pordenone, ha passato più di metà della sua vita in ospedale. Colpita da una gravissima forma di leucemia - la leucemia mielomonocitica infantile - cerca un nuovo donatore di midollo osseo dopo che un primo trapianto, compiuto nel dicembre 2018, non è andato a buon fine. "E' fallito forse perché la malattia era forte o perché la compatibilità del donatore individuato non era totale. A pochi mesi da quella operazione Elisa è tornata a stare molto male", racconta il suo papà Fabio, che non smette di combattere accanto alla figlioletta.
Si tratta di una forma di tumore del sangue chemio resistente, affrontabile solo con un trapianto di midollo osseo. La piccola si trova da tempo in cura presso il Bambino Gesù di Roma, insieme ai genitori che non la lasciano mai sola e per questo hanno dovuto abbandonare anche il loro lavoro. Una storia, la sua, che ricorda da vicino quella del piccolo Alex Montresor, che ha scatenato in Italia una vera e propria gara di solidarietà.
Questo il messaggio-appello comparso oggi su "Pardini Fabio per Elisa", la pagina Facebook gestita dal papà della bimba, sulla quale è attiva anche una raccolta fondi: "Mi chiamo Elisa e oggi è il mio compleanno... Compio 5 anni... E' il terzo che festeggio qui in cameretta al Bambino Gesù del Vaticano... Sono molto felice e fortunata perché da ormai quasi due anni e mezzo mamma e papà sono sempre vicino a me senza lasciarmi mai sola... Sono fortunata perché il Professore i Medici gli Infermieri e i Volontari stanno facendo l'impossibile (come del resto per tutti i bambini ammalati) per cercare di guarirmi e salvarmi la vita e di conseguenza anche quella di mamma e papà (sono affetta da Leucemia Mielomonocitica Infantile una leucemia rarissima che colpisce 1/2 bambini su un milione e non si può guarire con nessuna chemioterapia ma solo con il trapianto di midollo osseo, un primo effettuato il 18 dicembre 2018 ma purtroppo non riuscito e sono in aspettativa di trovare un donatore di midollo osseo più compatibile possibile per affrontare un secondo trapianto)".
"Sono fortunata perché tante associazioni e privati hanno aiutato la mia famiglia per andare avanti. Sono fortunata perché tantissime persone tramite il web e i mezzi d'informazione (giornali, tv, personaggi famosi dello spettacolo, dello sport e della politica) hanno conosciuto la mia drammatica vicenda e stanno spronando me e i miei genitori a non arrenderci e grazie anche a questo tantissime persone sono e stanno andando a tipizzarsi o alle ADMO www.admo.it oppure nei centri trasfusionali degli ospedali più vicini per donare il sangue per una eventuale donazione del midollo osseo... Ok adesso vi saluto e vi abbraccio e bacio tutti, vado a festeggiare... vi voglio tanto bene... e spero tanto di passare il prossimo compleanno a casa, con i miei genitori e tanti nuovi amici... P.S. I capelli non sono i miei...c'eravate cascati eh???...".
Come aiutare Elisa Pardini, la bambina affetta da una rara forma di leucemia
Per salvare la piccola Elisa non serve essere eroi. Basta un gesto di generosità, con un minimo sforzo. Prima di tutto occorre fare la "tipizzazione": basta un tampone salivare o un semplice prelievo del sangue che poi verrà inserito nella banca dati. Per verificare la propria compatibilità con la bambina, è sufficiente recarsi all'Admo (l’Associazione dei donatori di midollo osseo), oppure nel centro trasfusionale più vicino. Occorre avere dai 18 ai 36 anni non compiuti, pesare almeno 50 chili e non avere malattie trasmissibili. Dal sangue verranno prelevate, in modo altrettanto semplice, le cellule staminali su cui verrà verificata l'eventuale compatibilità con Elisa o con quella di uno dei tantissimi malati in attesa di trapianto. Una volta inseriti nel registro, si può essere contattati per donare il midollo fino a 55 anni.
Qui il sito dell'Admo, l'Associazione dei donatori di midollo osseo, per avere tutte le informazioni necessarie e verificare la propria compatibilità con la bambina.
Qui la pagina Fb "Pardini Fabio per Elisa", per seguire la lotta dei genitori per la loro bambina.
di Violetto Gorrasi
27 giugno 2019
FONTE: Today