Laura era una grafica pubblicitaria. A 54 anni decide di privarsi di ogni bene materiale, di vivere libera confidando solo ed esclusivamente in Dio
Laura Galletti, oggi 68enne, fino ai 50 anni ha avuto una vita come quella di tante altre persone, era una grafica pubblicitaria, anche se si è sempre sentita stretta nei panni dell’impiegata; «in quei ritmi vertiginosi alla Charlot, dove l’uomo diventa un ingranaggio, dove si guadagna tanto ma non c’è spazio per vivere».
E così, intorno ai 54 anni, la perdita della madre e di una cara amica determina la svolta della sua esistenza: «I lutti e le sconfitte fanno affiorare quello che hai realmente dentro». Inizia così per Laura una vita nuova, di devozione religiosa, tra rinuncia e trascendenza. Prima inizia un lungo periodo presso un centro d’accoglienza gestito dalle suore, poi arriva la decisione di privarsi di ogni bene terreno. Il momento cruciale di questo "trapasso spirituale" avviene a Roma, quando «all’improvviso il cielo si colorò di fuxia e rosso». Un «miracolo celeste» che Laura ricambia spogliandosi di ogni materialità, vivendo la Fede come San Francesco, giorno dopo giorno. «Oggi mi accontento solo di esistere. Per la prima volta mi sento finalmente radicata in qualcosa: in Dio».
Laura non ha una casa «dormo nei cartoni», vive senza cellulare «non telefono mai» e ha fatto voto rigoroso di non toccare il denaro per nessuna ragione, infatti non chiede mai niente a nessuno, meno che meno l'elemosina, e la sua pensione sociale (429 euro al mese) finisce regolarmente a 15 padri del Terzo Mondo «che così non sono costretti a lasciare la loro famiglia per venire a lavorare in Europa. È un progetto dei carmelitani di Ciampino, si chiama "Adotta un papà nella sua terra"».
Non possiede nulla di nulla Laura, a parte uno zainetto e un borsone da viaggio dove dentro c’è proprio l’essenziale: un pigiama, un paio di magliette, un paio di pantaloni, uno spazzolino da denti. E le sue inseparabili poesie, quelle scritte da lei. Non è però una barbona Laura. E' sempre perfettamente vestita, con sobria eleganza, pulitissima, le mani e le unghie curate, i capelli che sembrano acconciati dal parrucchiere. E un sorriso che le sale dall'anima e fa luce a chi lo guarda. Laura è orgogliosa di questa esistenza, fiera di vivere fuori da «un sistema con regole fatte da altri» dove «i soldi tolgono la libertà di vivere come si vuole». E guai a farle credere il contrario, lei s’infervora: «Io non faccio nessun sacrificio, si può benissimo vivere senza denaro, basta cambiare il concetto di piacere immergendosi totalmente nella spiritualità». Anche perché «l’uomo è l’unico essere nell’universo che ha bisogno del denaro per vivere, ma il denaro crea soltanto povertà».
Laura naturalmente non possiede neppure un automobile e normalmente si sposta tra Roma, Verona e Firenze muovendosi a piedi. Un’epopea primitiva per molti, una «passeggiata di una settimana» per lei. «Basta seguire le indicazioni, prima vado verso la Futa, poi scendo verso Bologna, quindi la statale fino a Verona».
Laura, come detto, si muove solo a piedi e non fa neppure l'autostop: «Niente autostop: non posso chiedere. Ma se Papà (DIO) mi manda un passaggio, accetto volentieri». Con questo sistema ha girato tutta l'Italia ed è arrivata anche in Terra Santa, a Lourdes, a Fatima, a Medjugorje e a Santiago di Compostela, «il Cammino no, non l'ho fatto per intero, perché se vuoi dormire negli ostelli ti serve qualche soldo e poi io non posso andare per sentieri, devo percorrere solo strade statali asfaltate: ho un unico paio di scarpe da farmi durare». Laura s’incammina senza sapere dove andare, «vado dove mi porta il cuore», lei, piccola e gracile, vestita d’umiltà, sperduta in quell’alveare urbano ma eternamente convinta delle sue scelte.
Per i pasti Laura ha imparato ad arrangiarsi, mangiando quello che trova: un panino abbandonato frettolosamente da un impiegato in pausa pranzo, oppure una brioche regalata da qualche barista o da qualche turista. A volte s’intrufola nei buffet delle Giubbe Rosse, oppure alle inaugurazioni di qualche negozio. Anche in questo confida sempre totalmente in Dio perchè «ogni giorno è un miracolo». Per lavarsi utilizza i bagni pubblici e per ripararsi dal freddo, durante l’inverno, staziona dentro le librerie o nelle biblioteche. Non bussa mai alla Caritas e neppure agli alberghi popolari perchè «non voglio togliere il posto a chi ha davvero bisogno». Non si preoccupa neppure della sua salute: «Dico a Papà: tu mi hai fatta e tu mi devi aggiustare. Non mi ammalo da anni». In tutti questi anni non ha mai avuto né un crampo per la fame e neppure ha mai subito un furto.
«I miracoli accadono quando disinneschi la paura e il male ha potere solo se gli diamo potere. Vivo con Colui che il male l'ha sconfitto».
FONTI: Corrierefiorentino.it, Vinonuovo.it, Ilgiornale.it, Stefanolorenzetto.it
Questa storia è davvero diversa da tutte quelle che ho postato finora su questo blog, non parla infatti di grandi gesti di Carità o di Solidarietà, ma mette in risalto un grandissimo attributo del nostro buon Dio (o "Papà" come lo chiama confidenzialmente Laura): la Sua Provvidenza!
Con una scelta decisamente controcorrente e probabilmente contro ogni logica razionale, Laura un bel giorno decide di lasciare la sua "vecchia" vita, che non si addiceva certamente alla sua indole libera e spirituale, e decide di lasciare tutto, ma veramente tutto, per vivere una vita completamente diversa, libera, totalmente affidata alla Provvidenza di Dio. Vivendo come il "passero" del cielo e il "giglio" del campo, camminando costantemente "sulle acque" in confidente e fiduciosa appartenenza al suo (e nostro) Papà, Laura trova così la sua vera "dimensione" di vita, senza che nulla di essenziale le venga mai a mancare.
Il tipo di stile di vita intrapreso da Laura, beninteso, non è per tutte le persone, ciascuno ha la propria strada, ognuno la propria via..... ma questa storia ci insegna quanto buono e premuroso è il nostro buon Dio verso ciascuno di noi, sopratutto verso coloro che in Lui confidano totalmente. Anche noi, come Laura, possiamo avere questa fiducia, anche noi possiamo imparare a camminare con nostro Signore sulle acque..... e se così faremo, qualsiasi sia la nostra strada presente e futura, non rimarremo delusi.
Marco