lunedì 18 luglio 2016

Una "Luce" risplende durante la strage di Dacca: quella di Faraaz Hossain, che ha donato la vita per i propri amici

Stiamo vivendo un periodo molto difficile e doloroso della nostra storia, nessuno può negarlo! Siamo appena stati colpiti al cuore dall’ennesimo attentato terroristico perpetrato dai terroristi jihadisti a Nizza, con oltre 80 vittime accertate, ed ecco che l’indomani ci giunge notizia di un tentato colpo di stato in Turchia, con tante, tante altre vittime... sia parla di circa 200 persone, tra militari e cittadini. Appena prima di questi fatti si è consumata una strage ferroviaria nel nostro paese, in Puglia, con due convogli che si scontrano frontalmente a 100 Km/h e numerose altre vittime innocenti. Tanti avvenimenti brutti, dolorosi, che hanno seguito cronologicamente l’attentato al ristorante Holey Artisan Bakery di Dacca, in Bangladesh, nel quale sono state barbaramente uccise venti persone, di cui nove italiani.
Sono ancora sotto i nostri occhi le immagini delle 9 bare che vengono fatte scendere dall’aereo che le ha riportate in Italia, ciascuna avvolta dal tricolore, tra lacrime di commozione, abbracci e tanto, tanto dolore.


Ed è proprio su questo fatto che mi voglio soffermare con questo post, perché in quel ristorante di Dacca, in mezzo a tanto spargimento di sangue ed orrore, c’è stata una vicenda che mi ha colpito al cuore, che mi ha fatto capire, se mai ce ne fosse ancora bisogno, che anche in mezzo al nero più nero c’è sempre una Luce che risplende, la Luce dell’Amore, quella forza che nessun atto terroristico, o persecuzione, o guerra che sia, potrà MAI in nessun modo fermare!

Ma veniamo ai fatti: i terroristi jihadisti hanno fatto irruzione all’improvviso nel ristorante di Dacca, armati di pistole, coltelli ed esplosivo e hanno preso in ostaggio tutte le persone lì presenti. Hanno intimato, ad ognuno di loro, di recitare qualche versetto del Corano. Chi non lo ha fatto è stato torturato e ucciso….. chi invece lo conosceva è stato lasciato libero. Un’assurdità nell’assurdità…. uccidere in nome di Dio, la BESTEMMIA più grande che possa esistere, perché il nostro buon Dio, padre amoroso di TUTTI gli uomini, tutto vorrebbe tranne che i propri figli si uccidano li uni con gli altri. Ma alla follia dell’uomo non c’è mai fine…. e quindi si può arrivare ad uccidere anche nel nome di una religione, da persone che di religioso non hanno proprio nulla! Nove italiani dicevamo, ma anche sette giapponesi, un americano, due bengalesi e un indiano, vittime di questa assurda strage, e loro stessi, gli attentatori, vittime a propria volta dalle forze speciali bengalesi intervenute con un blitz nelle prime ore del mattino del giorno seguente, per liberare gli ostaggi rimasti in vita.


In una vicenda macabra come questa tutto lascerebbe pensare che il male abbia trionfato, con la sua scia di sangue, di dolore e di morte. E invece no….. perché anche in una vicenda trucida come questa, possiamo raccontare di una meravigliosa storia di Amore, quello Vero, con la “A” maiuscola, un Amore che si fonde all’eroismo e che supera i confini della pazzia umana e della morte stessa. Perché l’Amore, quello Vero, è più forte anche della morte!

La storia che raccontiamo è quella di Faraaz Hossain, ventenne bengalese di fede musulmana, presente anch’egli nel ristorante di Dacca assieme alle altre persone. Lui, musulmano, il Corano lo conosceva bene e per questa ragione i terroristi jihadisti lo avevano risparmiato. Quella sera, a cena con lui, vi erano due sue care amiche, Tarishi Jain, indiana di 19 anni, e Abinta Kabir, di 18 anni, entrambe studentesse del college americano Emory University. Faraaz, risparmiato dagli attentatori, una volta presa la strada per uscire dal locale aveva chiesto ai terroristi che anche le sue due amiche venissero liberate assieme a lui. I testimoni superstiti di quel terribile giorno hanno raccontato che uno dei capi aveva “squadrato” per bene le due giovani ragazze, ma aveva respinto la richiesta del giovane perché vestite in maniera troppo “occidentale”. Sentito questo Faraaz è tornato sui suoi passi, ha deciso di non abbandonare le proprie amiche al loro destino ed è rimasto accanto a loro. E, assieme a loro, è stato barbaramente ucciso.

Era un giovane di belle speranze Faraaz Hossain, i suoi amici lo descrivono come «un ragazzo straordinario, pieno di talento e dal brillante rendimento scolastico». Altri hanno aggiunto che aveva «una spiccata propensione per gli altri, che dimostrava ogni giorno con il volontariato e partecipando a diversi progetti scolastici».
Faaraz, appena ventenne, aveva ancora tutta la vita davanti, una vita sicuramente brillante, radiosa, con tante belle prospettive…… eppure davanti al triste scenario che si stava prospettando dinanzi ai suoi occhi non ci ha pensato due volte, è voluto rimanere a fianco delle sue amiche e di tutti gli altri ostaggi, quando avrebbe potuto andarsene, correre verso la libertà, verso una vita bella, lunga e probabilmente ricca di soddisfazioni.
Quando le forze speciali sono entrate nel locale, hanno trovato i corpi dei tre giovani stretti insieme, come se fossero un tutt’uno, uniti da un legame di amicizia così forte che ha superato le barriere della paura e della stessa morte. E questo, lasciatemelo dire, è l’ennesima dimostrazione che l’Amore è la Forza più grande dell’Universo e che nulla, nulla, neppure la più grande, assurda pazzia dell’uomo più fuorviato, assatanato e malato di questo mondo, potrà mai vincere. MAI!

Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici” ha detto Gesù.
Faraaz non era Cristiano, era Musulmano (e qui lo scrivo con la “M” maiuscola, perché chi vive la propria Fede in questo modo, con vero Amore, merita sempre il “maiuscolo”) e forse queste parole non le conosceva neppure. Ma questo poco importa, perché queste parole le aveva stampate nel cuore, come il più Cristiano dei Cristiani, come il più Santo dei Santi. E le ha messe in pratica queste parole, donando la sua ancora giovane vita per i suoi amici e per un innato senso di giustizia. Ha sacrificato la sua vita perché aveva il cuore puro, l’animo candido…. e queste sono Virtù che non conoscono limiti di razza, età, estrazione sociale e religione.

Grazie Faraaz per l’esempio che ci hai dato, grazie per averci dimostrato ancora una volta che l’Amore è più forte del male, che l’Amore è più forte di tutto e di tutti! Ora io ti immagino felice e sorridente nei Giardini del Signore, come un fiore profumatissimo e dai meravigliosi e variopinti colori. Da Lassù prega per noi caro Faraaz….. perché il mondo, ora più che mai, ha tanto bisogno del tuo aiuto e del tuo Amore.
Grazie Faraaz, di tutto!

Marco

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