C'era molta gente quella domenica alla Santa Messa. Lo sguardo del parroco parve abbracciare tutta intera la folla dei fedeli che per quanto riempisse la chiesa, rimaneva sempre una piccola parte della grande massa di persone che costituivano la sua parrocchia alla periferia di una grande città.
Al momento dell'omelia il parroco si rivolse all'assemblea e disse: “Oggi non sarò io a parlarvi. Se mi consentite vorrei invitare un mio caro amico d'infanzia a dirvi alcune brevi parole”.
Gli occhi della gente accompagnarono con interessata curiosità i passi sicuri di un vecchio dal volto energico che sembrava intagliato in uno scuro legno. Una volta preso posto all'ambone, pareva un grande vecchio albero avvezzo alle tempeste.
La sua era una voce profonda e pareva nascesse dal silenzio e dalla solitudine. Cominciò raccontando di un uomo, del figlio di quest'uomo e dell'amico del figlio di quest'uomo.
“Un giorno un uomo organizzò una gita in barca a vela in mare aperto, invitando anche il figlio e un amico del suo figlio. Questi accolsero con gioia l'invito e quell'opportunità. Il padre era un valente marinaio e conduceva la barca con abilità tra le onde. Ma ad un tratto furono colti da un'improvvisa tempesta. Il vento strappava le vele e la barca sembrava sempre più ingovernabile. Ad un certo punto un'onda più forte scaraventò fuori bordo i tre naviganti...”
Quasi nascosti dietro una colonna della chiesa due giovani cominciarono a prestare maggiore attenzione al racconto del vecchio (all'inizio vedendolo salire all'ambone avevano assunto quella assopita attenzione che usavano quando ascoltavano le prediche del loro parroco).
Il vecchio continuò: “Il padre annaspando nell'acqua vide vicino a lui una corda ancora agganciata alla barca. Volse lo sguardo tutto attorno e vide a destra suo figlio e a sinistra l'amico del figlio ed entrambi stavano lottando contro la prepotenza delle onde. Non ce l'avrebbero fatta a salvarsi, ed era impossibile raggiungerli a nuoto. La sola cosa che poteva fare era gettare loro la cima della fune. Ma la cima era una e loro due erano molto lontani l'uno dall'altro. Il padre doveva decidere a chi gettare la cima della fune. In un attimo passò per la sua mente questo pensiero: mio figlio è un ragazzo di fede che ama Gesù, il suo amico neppure sa chi è Gesù. Con il cuore che gli si spezzava e gridando: "Figlio mio, ti amo con tutto il cuore!" gettò la cima della fune al suo amico, mentre le onde sommergevano e facevano sparire nei flutti del mare il suo unico figlio”.
Nella chiesa calò un silenzio colmo di commossa attenzione. “Il padre - disse ancora il vecchio - sapeva che suo figlio sarebbe entrato nell'eternità di Gesù e sapeva anche che il suo amico mai aveva conosciuto il Salvatore. Per questo motivo sacrificò suo figlio: per permettere all'altro di conoscere Gesù. Questo, cari parrocchiani - continuò il vecchio - è lo stesso modo di fare di Dio stesso. Egli ha sacrificato il suo unico figlio affinché noi potessimo salvarci. Ancora oggi, forse proprio adesso, ad ognuno di noi Dio getta una fune per consentire la nostra Salvezza”.
Il vecchio, il cui volto pareva quasi luminoso, fece pian piano i pochi passi che lo separavano dal suo posto e tornò a sedersi.
Nella chiesa il silenzio veniva interrotto solo da qualche pianto trattenuto. Alla fine della Messa i due giovani che si erano lasciati prendere dall'interesse per quanto raccontava il vecchio si avvicinarono a lui e gli dissero: “La storia che hai raccontato è veramente interessante, ma pensiamo che il padre non fu molto realista in quello che fece. Egli sacrificò la vita del figlio basandosi esclusivamente sulla mera speranza che l'amico diventasse Cristiano”.
“Ma è proprio questo il messaggio - rispose il vecchio - non è molto logico quanto fece il padre, ma questa storia ci fa un po' capire ciò che deve aver significato per il nostro Padre celeste, il fatto di dare Suo Figlio per Amore di ognuno di noi”.
Il vecchio guardò la sua vecchia Bibbia sdrucita e consunta poi alzò lo sguardo e fissando negli occhi quei giovani bisbigliò loro sottovoce: “In confidenza, vi devo dire che il padre del racconto sono io stesso e l'amico di mio figlio... è il parroco di questa Chiesa”.
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