mercoledì 21 dicembre 2016

Il Primo Regalo

Era l’ultimo incontro di Catechismo prima delle vacanze di Natale. I bambini di terza elementare, sotto la guida della catechista Monica, avevano ricevuto l’incarico di portare delle statuine per il presepe dell’Oratorio.

L’ultimo ad arrivare fu Federico, un ragazzino dall’aspetto serio, che raggiunse subito i suoi compagni al bar.


«Ehi, sapete che giorno è oggi?».


Rosa, sistemandosi gli occhiali, rispose: «Oggi... dovevamo portare le statuine del presepio!».

«E ciascuno di noi doveva portare un personaggio diverso!», le fece eco il suo gemello Giovanni.


«Tu cos’hai portato?», chiese Alberto alla sua amica Laura.

«Io ho la Madonna... Guardate com’è bella!».

«Mentre io ho San Giuseppe, tutto intento a guardare...». Agnese s’interruppe. «Ehi, chi ha portato il bambino Gesù?».

I bambini chiamarono gli altri compagni di classe, poi misero sul tavolo le loro statuine. C’erano i re Magi, il pastore con la pecorella, un vero e proprio gregge di pecore, il bue e l’asinello, un pastore dormiente, un mendicante... Mancava proprio Lui, il bambino Gesù!

Mentre si lamentavano, Monica entrò nel bar per chiamarli.

«Bambini, andiamo a fare il Presepio... Ehi, che succede?».

«ABBIAMO DIMENTICATO GESÙ!!!», gridarono insieme.

Monica si avvicinò al gruppo e chiese:

«Avanti, ditemi cos’è successo!».

«Oggi dovevamo portare le statuine del presepio, vero?», piagnucolò Teresina.

«Le vedo», rispose la catechista. «Ma... mi sembra che manchi qualcuno...», soggiunse.

«Appunto», ribatté Davide. «Abbiamo dimenticato la più importante: quella di Gesù!».

Monica sospirò, poi si sedette fra i bambini e disse:

«Non disperatevi. Spesso accade a molti di noi di dimenticarsi di Gesù, non inteso come statuina, ma come Figlio di Dio nato per tutti noi. A proposito, vi siete mai chiesti perché Dio abbia deciso di farlo nascere sulla Terra come un bambino?».

I piccoli rimasero in silenzio. Monica allora proseguì:

«E sapete perché a Natale ci facciamo i regali?».

«Perché ci vogliamo bene!», esclamò finalmente Serena.

«Esatto! Dio ci ha voluto e ci vuole tanto bene da averci regalato il Suo Amore, nella persona di Gesù», concluse la ragazza.

«Ma allora è il Primo Regalo di Natale della Storia!», dissero tutti in coro.

«Avete detto bene. È per questo che noi festeggiamo il Natale: non dimenticatelo mai!».

In quel mentre, nel bar entrò un uomo. Aveva un cappotto consunto, con toppe qua e là; il suo volto era incorniciato da una barba ispida e nera, ma esprimeva una grande gioia. Si accostò a Monica e le chiese con voce roca:

«Mi hanno detto che vi manca Gesù Bambino per completare il vostro presepio...».

«Sì, ma... Come fa a saperlo?».

Senza rispondere, l’uomo estrasse da una delle tasche un piccolo involto azzurro.

«Tenete: ciò che cercate è qui!».

Così dicendo, mise fra le mani di uno stupefatto Federico il fazzoletto. Il bambino, sebbene titubante per lo strano aspetto di quella persona, fece come gli era stato chiesto: aprì il fazzoletto e...

«Guardate, Gesù è tornato!».

Nel fazzoletto, infatti, c’era il Gesù Bambino più bello che avessero mai visto, tanto che sembrava vero.

Finalmente, giunse il momento di sistemare le statuine nel Presepio allestito con l’aiuto di tutte le classi di Catechismo e dei ragazzi dell’Oratorio. Nella gioia generale, però, Rosa si ricordò:

«Bisogna ringraziare quel signore...».

«Ma dov’è andato?», le chiese Alberto.

«Forse è tornato da dove è venuto...», concluse Monica.

«Da dove?», domandò Laura.

La catechista, guardando il presepio, sorrise e ringraziò Dio in cuor suo, perché aveva fatto comprendere ai suoi bambini il mistero del Natale. Infine, non vista, aggiunse, proprio sulla capanna, un angelo.

Frattanto, fuori dall’Oratorio, il barbone che poco prima aveva consegnato ai piccoli il Bambino Gesù levò lo sguardo verso il cielo e disse:

«Padre, ho compiuto la mia missione».

Una Voce dall’alto gli rispose:

«Sono soddisfatto di te: come quel giorno a Betlemme, hai portato la Buona Notizia a qualcuno che già aspettava il Messia!».

«Spero solo che ora quei bambini riescano a dare il giusto spazio nella loro vita a Tuo Figlio...».

«Sarà senz’altro così: rendendosi conto da soli della Sua importanza, hanno fatto il primo passo, ma Lui era già nella loro vita. Ma ora vieni al Mio cospetto!».

Il barbone, a quelle parole, si tolse il cappotto e, spiegando le sue bianche ali, tornò da dove era venuto.




 
di Emilia Flocchini

FONTE: Qumram.net

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