Zejd, sei anni, aveva un po' paura della scuola: adesso non vede l'ora di andarci.
Lo scorso settembre sua madre Mirzana lo ha accompagnato in una classe della prima elementare di Sarajevo, consapevole che per lui non sarebbe stato semplice integrarsi, dal momento che è sordo dalla nascita. Questo anche perché la sua maestra, Sanela Ljumanovic, non conosceva la lingua dei segni. L'insegnante però è andata a sua volta a scuola e ha imparato la lingua per poter comunicare con il piccolo Zejd, ma questo non le bastava. Il passo successivo è stato insegnare a tutta la classe il linguaggio utilizzato dal bimbo bosniaco in modo tale che Zejd potesse "parlare" con tutti. E così è stato. “Ora è davvero felice e motivato”, racconta sua madre Mirzana.
Una favola così positiva da dare vita a un circolo virtuoso: contento per lo sforzo dei suoi compagni, Zejd sta pian piano imparando a leggere le labbra mentre i suoi amici, divertiti da quei gesti con le mani, nel dopo scuola stanno insegnando ai propri genitori tutti i segreti del linguaggio dei segni.
di Giacomo Talignani
8 febbraio 2016
FONTE: Repubblica.it
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