domenica 15 aprile 2018

Dal calciosociale all'impegno civico il passo è breve


A Corviale i ragazzi possono giocare e giocando diventare Giovani Custodi del territorio. Perché lo sport aiuta a maturare una coscienza civile


«Le scuole calcio non possono più trasmettere solo la tecnica, ma hanno il dovere di coltivare nei ragazzi qualità umane che formino una coscienza civile e sociale». Una scommessa vinta da Massimo Vallati insieme agli operatori e volontari dell’associazione CalcioSociale, che dal 2014 offre ai ragazzi del quartiere Corviale di Roma una struttura dove potersi formare alla legalità e all’impegno civico. Una casa dove loro stessi sono i custodi.

Partecipare ad una scuola di calcio sociale non vuol dire solo intraprendere un percorso motorio e agonistico, ma anche incontrarsi e confrontarsi su temi come la lotta alla criminalità, la conoscenza delle mafie, il rispetto ambientale, la prevenzione da dipendenze: un percorso di educazione civica che in quartieri come quello del Corviale rappresenta un punto di rottura con i modelli proposti dalla malavita.

«Giovani Custodi è un momento di formazione che proponiamo ai bambini e ragazzi che frequentano la nostra scuola calcio», racconta Massimo, «un’ora e mezza in cui chiediamo loro di parlare, scrivere e dire la propria su certi temi. Ci rivolgiamo a ragazzi dai 12 ai 15 anni e a bambini dai 9 agli 11 e presto attiveremo un percorso anche per i bambini di 7-8 anni».

Il CalcioSociale è educazione civica

Incontri che nascono dalle stesse esigenze dei giovani del quartiere, dalla loro esperienza di vita e dagli ambienti che frequentano; in testa quelli digitali. «Nel primo incontro di Giovani Custodi abbiamo chiesto loro di mostrare dei post che avevano scritto su Facebook e di commentarli insieme ai loro amici. È stato interessante notare come alcuni ragazzi, davanti gli altri, si dissociavano da ciò che avevano pubblicato: con questa dinamica ci siamo accorti come molti di loro non si rendono conto che quando condividono o postano un contenuto, c’è sempre una conseguenza».

CalcioSociale diventa anche best practice di inclusione sociale. Dopo l’esperienza di questi anni vissuta al Corviale, l’associazione sta facendo rete insieme ad altre realtà sportive che operano in altri quartieri difficili d’Italia, proponendo il proprio modello di azione e i risultati raggiunti insieme ai ragazzi del Corviale. Inoltre, nei prossimi due anni, il percorso offerto da CalcioSociale sarà oggetto di studio di un progetto scientifico europeo che validerà la metodologia di intervento con bambini e adolescenti.

Dallo scorso 30 maggio continuano anche le dirette notturne di RadioImpegno, che dal Corviale racconta le storie, le difficoltà e le vittorie di tante associazioni e realtà che operano nel sociale a Roma. «La città che non vuole arrendersi esiste e lo dimostra il palinsesto della radio, che dallo scorso maggio è stato sempre ricco di contributi. Siamo cresciuti e continuiamo a farlo, perché vogliamo raccontare la capitale delle buone pratiche, sempre alla ricerca di amici e persone “radioimpegnate”. Abbiamo dimostrato che mettendoci insieme siamo più forti di chi ci voleva fermare».

di Ermanno Giuca

24 febbraio 2017

FONTE: Retisolidali



Il calcio è lo sport nazionale per antonomasia qui in Italia, e personalmente trovo che sia un idea stupenda unire questo sport così amato dalla gente (e ovviamente da giovani e bambini in particolar modo) a temi di carattere sociale e civico. In questo modo i nostri giovani possono praticare uno sport che piace loro così tanto e, contemporaneamente, formarsi una coscienza sociale, retta e onesta che li accompagnerà per tutta la durata della loro vita.
E' un idea stupenda che riporto con grande piacere, attraverso questo articolo, sulle pagine di questo blog, con l'auspicio che questa bella idea possa essere ripresa anche da altri sport.

Marco

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