giovedì 20 settembre 2018

“Anche il carcere è meglio dell'Africa!”. Parola di Marie Anne Molo, Missionaria del Vangelo


In Africa in tante zone rurali non esistono servizi di base, come l’acqua potabile e l’illuminazione. Non esiste uno stato sociale

In Africa in tante zone rurali non esistono servizi di base, come l’acqua potabile e l’illuminazione. Non esiste uno stato sociale, i cittadini non hanno diritto ad alcun servizio da parte dello stato, tutto è a pagamento: l’istruzione, la copertura sanitaria. Il lavoro manca e si vive disussistenza e di vendita di prodotti agricoli. Chi non ha la casa, vive dove capita. La libertà di stampa non esiste, in molti Stati scrivere un articolo di politica significa essere uccisi, in Camerun si finisce a volte in prigione. I servizi per i disabili non ci sono, una pensione sociale non esiste”.

Lo racconta Marie Anne Molo una donna consacrata Missionaria del Vangelo del Camerun di 52 anni che vive a Palermo che afferma:
In molti Paesi africani c’è la dittatura, in altri la guerra, in altri il terrorismo, in tanti altri la povertà estrema e si muore di fame”.

È meglio per un africano vivere in un carcere italiano che vivere in Africa. Nelle galere italiane si vive bene: c’è un tetto, c’è la luce, c’è l’acqua potabile, c’è da mangiare, c’è la sicurezza, ci sono cure mediche, non c’è la guerra e né tanto meno la tortura”.
Marie Anne è venuta in Italia diversi anni fa con l’obbiettivo di studiare e acquisire competenze per poi tornare in Camerun per impegnarsi nella promozione dello sviluppo dell’area rurale da dove proviene. Già da alcuni anni Marie Anne, con il supporto delle Missionarie del Vangelo, realizza diversi microprogetti (frantoi, mulini, pollai, coltivazioni, un pozzo per l’acqua potabile) per aiutare in Camerun il suo popolo.

Io sogno di cambiare la vita della mia gente e di sfruttare bene le nostre risorse: legname, minerali, petrolio. Sin da bambina desideravo consacrarmi al Signore per dedicare tutta la mia vita ad aiutare la mia gente. Tant’è che mi sono sempre prodigata nell’aiutare chi era nel bisogno.

Da grande allora ho deciso di venire in Italia per cominciare sia la mia formazione religiosa e per consacrarmi al Signore, sia per studiareeconomia dello sviluppo alla Pontificia Università Gregoriana, per lo sviluppo umano integrale.

Noi siamo tutti vittima di un sistema che sfrutta le risorse e le persone sia in Italia, sia in Africa. Invito tutti i cittadini a fare una rivoluzione culturale per cambiare questo sistema che non pensa alle persone, ma ai soldi. Noi del Cristianesimo ci riempiamo la bocca, ma facciamo poco di quello che c’è scritto nel Vangelo. L’Italia è il mio Paese – dice Marie Anne - occorre uno sforzo per capire le altre culture, noi in Camerun abbiamo la cultura dell’accoglienza, ascoltiamo l’altro.

Nella mia famiglia, quando vivevo in Camerun, diverse volte non si mangiava, ma ogni giorno pregavamo: la mattina presto e la sera. Abbiamo ancora le lampade a petrolio e nelle strade non c’è illuminazione pubblica, beviamo spesso acqua sporca. Un pozzo realizzato dalla cooperazione internazionale è a vari chilometri. La pioggia per noi è una benedizione con la quale ci facciamo una doccia naturale
”.

Questo è il contenuto del primo appuntamentoche si è svolto nella "Cittadella del Povero e della Speranza" nella chiesa "Casa di preghiera per tutti i Popoli" nel mese di agosto, in attesa dell'incontro con Papa Francesco che verrà prossimamente in missione per condividere il pranzo con i fratelli ultimi.

di Antonio Lufrano

8 agosto 2018

FONTE: Quotidiano Sociale

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