martedì 7 aprile 2020

Coronavirus, i due medici in pensione che tornano in trincea a più di 70 anni: "È un dovere"


Carmine Silvestri e Franco Faella, ex infettivologi del Cotugno di Napoli, sono stati richiamati in servizio per fronteggiare l'emergenza Covid. Potevano dire di no, ma hanno accettato: "Daremo una mano ai colleghi"

Carmine Silvestri, ex caposala infettivologo dell'ospedale Cotugno di Napoli, ha deciso di tornare 'in corsia' a 70 anni. Il camice bianco, da cinque anni in pensione, guiderà l'equipe di infermieri del Loreto Mare, l'ospedale designato a Napoli a raccogliere tutti i malati di coronavirus. Silvestri è stato richiamato dal suo ex direttore Franco Faella, primario emerito del Cotugno, che nonostante i suoi 74 anni, da è nuovamente operativo: richiamato dalla pensione, è stato nominato dalla Regione Campania coordinatore del reparto allestito per i pazienti contagiati dal Covid-19. Insieme a Silvestri metterà al servizio dei suoi colleghi l'esperienza maturata tra il 1980 e il 2015.

In prima linea durante l'epidemia di colera

Nel 1973 Faella era in prima linea durante l'epidemia di colera che colpì il Sud Italia, con epicentro la città di Napoli, causando il contagio di circa 280 persone e 24 morti accertate. Ma quest’epidemia è "un'altra cosa" racconta al quotidiano Il Mattino. "Allora si sapeva il tipo di infezione che si affrontava. Oggi siamo invece a contrastare un virus sconosciuto, completamente nuovo". Faella sarà "consulente infettivologo - spiega - in un'attività che dovrà alleviare il carico di lavoro ai colleghi del Cotugno". Secondo l’ex primario "bisogna essere ottimisti, affronteremo questa epidemia con tutto il rigore possibile come si è fatto finora, in attesa di raggiungere maggiori certezze sui farmaci".

La sua scelta di rimettersi il camice a 74 anni? "È un dovere nei confronti della città, nei confronti della mia attività professionale. E anche sul piano umano", dice Faella all’ANSA, "dire di no mi sembrava una vigliacchieria".

Medico torna in corsia a 70 anni: "Lo considero un segno di stima"

Con lui in corsia ci sarà anche Silvestri che a 70 anni suonati vuole ancora rendersi utile perché, dice, in questo momento "tutti dobbiamo dare una mano". "Lo considero un segno di stima" spiega Silvestri. "Mi sono ringalluzzito, facevo una vita da pensionato non piacevole, oggi invece torno a casa stanco la sera, non ho più le forze che avevo prima ma sto tornando in forma. Paura? L'abbiamo tutti, chi dice il contrario dice una sciocchezza, dobbiamo usare tutte le armi che abbiamo. È una pandemia e non c'è un vaccino. Quindi ora c'è solo la prevenzione, la necessità di allontanarci uno dall'altro per evitare nuovi contagi".


19 marzo 2020

FONTE: Today

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