mercoledì 15 aprile 2020

Sameh, il fruttivendolo egiziano che regala i suoi prodotti: “Ricambio la vostra accoglienza”


Fuori dal suo negozio ha allestito un tavolo di frutta e verdura a disposizione di chiunque: “Dieci anni fa mi avete accolto, ora voglio dirvi grazie in questo momento difficile”

Nel grigiore che ha avvolto Bergamo e provincia in questo periodo di emergenza Coronavirus, spuntano il bel gesto e i colori della frutta di Sameh Ayad, fruttivendolo egiziano di 34 anni, che ha deciso di regalare i prodotti del suo negozio di Canonica d'Adda. Un tavolo colmo di arance, ananas, mele, zucchine, melanzane e pomodori, a disposizione gratuitamente di chi ne avesse bisogno.

Dieci anni fa mi avete accolto, ora voglio dirvi grazie. Andrà tutto bene! Se avete bisogno prendete gratis la frutta e la verdura che trovate su questo tavolo”. Si legge sul cartello appeso all'esterno del suo esercizio nel centro del paese della Bassa.

Sameh, come tanti suoi connazionali, è arrivato in Italia da solo, nel 2010, senza un lavoro e in cerca di fortuna. “Ho iniziato facendo il pizzaiolo sempre qui a Canonica – racconta il 34enne -. Poi sei anni fa ho cominciato a fare il commesso in un negozio di frutta a Fara Gera d'Adda. Dopo aver imparato bene la professione, e la lingua, ho deciso di aprire un'attività mia. Ed eccomi qui”.


Come nasce l'idea di regalare la frutta e la verdura?
Mi sentivo in debito con questa terra che mi ha dato e mi sta dando tanto. Gli italiani e i bergamaschi mi hanno sempre voluto bene e per questo volevo ringraziarli in qualche modo. Visto il omento difficile che stiamo passando, con questo maledetto Covid, spero che il mio gesto possa aiutare le persone a stare un po' meglio”.

Come hanno accolto i clienti questa iniziativa?
Bene, sono molto felici. Mi ringraziano tanto e in poche ore tutti i prodotti finiscono. Mi fa molto piacere. Ho iniziato da un paio di giorni e credo che andrò avanti fino a quando finirà questa emergenza. Speriamo presto”.

Ho ancora un sogno da realizzare?
Sì, vorrei riuscire a far arrivare in Italia mia moglie e le mie tre figlie. Abbiamo avviato le pratiche. Ora il momento non è dei migliori, ma ci auguriamo che quel giorno arrivi il prima possibile”.


Di Mauro Paloschi

25 marzo 2020

FONTE: Bergamonews

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