Una piccola città dell’infanzia, che si animerà a partire da gennaio 2020, con vari laboratori creativi, attività d’arte e di sostegno secondo il modello «Cure & Care»
È diritto di ogni bambino potere godere appieno della propria età. Anche - anzi, soprattutto - se si trova a combattere con una grave malattia. Una circostanza eccezionale, a volte violenta, che lo astrae dalla sua vita di ogni giorno, in particolare dalla dimensione del gioco e della creatività proprie del suo essere bambino, di cui invece avrebbe particolare bisogno per affrontare dolore, solitudine, incertezza, isolamento. Per di più in un ambiente estraneo come l’ospedale. In nome di questo diritto fondamentale dei bambini, due visionari come Cinzia Favara, psicoterapeuta e arteterapeuta, e il marito Emilio Randazzo, "architetto-terapeuta", come lui stesso si definisce scherzosamente, hanno messo in moto un progetto all’avanguardia per ribaltare gli elementi di una situazione negativa extra-ordinaria come è appunto la malattia oncologica pediatrica.
Tecnologie all’avanguardia
Forti ciascuno della propria professione e, insieme, dell’esperienza più che ventennale della loro LAD Onlus, operativa presso il reparto di Oncologia Pediatrica del Policlinico di Catania, Cinzia ed Emilio hanno pensato quindi a una grande "casa" dove i bambini malati non ospedalizzati possano vivere esperienze positivamente eccezionali durante la malattia. Per combatterla non solo con le medicine, ma anche con lo stupore e la meraviglia, magari scoprendo potenzialità, passioni e persino talenti. Non a caso hanno scelto di chiamarla WonderLAD e di costruirla con materiali e tecnologie all’avanguardia nel campo della bio-architettura, «per ottenere - come spiega Emilio, direttore di LAD - comfort, salubrità degli ambienti e prestazioni energetiche di massimo livello, sublimando lo scopo sociale dell’architettura». Che si mette così al servizio dei piccoli ospiti della struttura, rendendo WonderLAD «un luogo di opportunità e scoperta attraverso l’arte e la creatività, che - come spiega Cinzia, presidente di LAD - permettono ai piccoli pazienti di restare in contatto con le parti sane e belle della loro identità di bambini».
La quotidianità che cura
Inaugurata il 21 novembre 2019, proprio in coincidenza con il trentesimo anniversario della Convenzione ONU sui diritti dell’infanzia, WonderLAD è un modello unico a livello internazionale e una delle più importanti opere di Terzo settore in Italia. Diventata realtà grazie a una rete internazionale di eccellenze e un esercito di sostenitori privati, tra fondazioni, aziende e sponsor secondo l’idea della "solidarietà diffusa" su tutto il tessuto sociale, con un contributo del Ministero del Lavoro e Politiche Sociali. La struttura di 1.870 mq comprende anche un auditorium avveniristico, una biblioteca e sei monovani dotati di quattro posti letto, bagno privato e cucina, per accogliere le famiglie dei piccoli pazienti, e si estende tra giardini, parco giochi e posteggi, su un terreno di 17.500 mq concesso dal Comune di Catania in comodato d’uso, un po’ fuori dal centro cittadino. Una piccola città dell’infanzia, che si animerà a partire da gennaio 2020, con vari laboratori creativi, attività d’arte e di sostegno e altre attività ludico-ricreative secondo la metodologia del "Cure & Care", reinterpretando l’esperienza torinese di una "quotidianità che cura" di CasaOz, da cui è nata l’idea iniziale di WonderLAD, sviluppata poi nel connubio tra bio-architettura e arteterapia.
Un ambiente armonioso
Come è proprio del mondo LAD, edificato da Cinzia ed Emilio sulla consapevolezza di quanto anche un ambiente circostante armonioso possa incidere positivamente sullo stato psicologico ed emotivo dell’essere umano. Soprattutto di un bambino. Arte, psicologia, architettura e solidarietà sono, dunque, le colonne portanti di questo luogo, voluto peraltro non solo per i bimbi malati non ospedalizzati, ma anche per le loro famiglie, fratellini e sorelline compresi, affinché il percorso della malattia - già a partire dalla delicata fase diagnostica - non prenda del tutto il sopravvento sulle loro vite. Allentato da un altro caposaldo di WonderLAD: l’incontro. Anche con i bambini del territorio, in particolare delle scuole, per mantenere vivo il rapporto con il mondo esterno attraverso la relazione quotidiana, attenuando quel senso di isolamento che spesso la malattia oncologica porta con sé. E raggiungere così un unico, significativo obiettivo: salvaguardare l’infanzia attraverso "l’arte che cura".
di Ornella Sgroi
21 marzo 2020
FONTE: Corriere della Sera
È diritto di ogni bambino potere godere appieno della propria età. Anche - anzi, soprattutto - se si trova a combattere con una grave malattia. Una circostanza eccezionale, a volte violenta, che lo astrae dalla sua vita di ogni giorno, in particolare dalla dimensione del gioco e della creatività proprie del suo essere bambino, di cui invece avrebbe particolare bisogno per affrontare dolore, solitudine, incertezza, isolamento. Per di più in un ambiente estraneo come l’ospedale. In nome di questo diritto fondamentale dei bambini, due visionari come Cinzia Favara, psicoterapeuta e arteterapeuta, e il marito Emilio Randazzo, "architetto-terapeuta", come lui stesso si definisce scherzosamente, hanno messo in moto un progetto all’avanguardia per ribaltare gli elementi di una situazione negativa extra-ordinaria come è appunto la malattia oncologica pediatrica.
Tecnologie all’avanguardia
Forti ciascuno della propria professione e, insieme, dell’esperienza più che ventennale della loro LAD Onlus, operativa presso il reparto di Oncologia Pediatrica del Policlinico di Catania, Cinzia ed Emilio hanno pensato quindi a una grande "casa" dove i bambini malati non ospedalizzati possano vivere esperienze positivamente eccezionali durante la malattia. Per combatterla non solo con le medicine, ma anche con lo stupore e la meraviglia, magari scoprendo potenzialità, passioni e persino talenti. Non a caso hanno scelto di chiamarla WonderLAD e di costruirla con materiali e tecnologie all’avanguardia nel campo della bio-architettura, «per ottenere - come spiega Emilio, direttore di LAD - comfort, salubrità degli ambienti e prestazioni energetiche di massimo livello, sublimando lo scopo sociale dell’architettura». Che si mette così al servizio dei piccoli ospiti della struttura, rendendo WonderLAD «un luogo di opportunità e scoperta attraverso l’arte e la creatività, che - come spiega Cinzia, presidente di LAD - permettono ai piccoli pazienti di restare in contatto con le parti sane e belle della loro identità di bambini».
La quotidianità che cura
Inaugurata il 21 novembre 2019, proprio in coincidenza con il trentesimo anniversario della Convenzione ONU sui diritti dell’infanzia, WonderLAD è un modello unico a livello internazionale e una delle più importanti opere di Terzo settore in Italia. Diventata realtà grazie a una rete internazionale di eccellenze e un esercito di sostenitori privati, tra fondazioni, aziende e sponsor secondo l’idea della "solidarietà diffusa" su tutto il tessuto sociale, con un contributo del Ministero del Lavoro e Politiche Sociali. La struttura di 1.870 mq comprende anche un auditorium avveniristico, una biblioteca e sei monovani dotati di quattro posti letto, bagno privato e cucina, per accogliere le famiglie dei piccoli pazienti, e si estende tra giardini, parco giochi e posteggi, su un terreno di 17.500 mq concesso dal Comune di Catania in comodato d’uso, un po’ fuori dal centro cittadino. Una piccola città dell’infanzia, che si animerà a partire da gennaio 2020, con vari laboratori creativi, attività d’arte e di sostegno e altre attività ludico-ricreative secondo la metodologia del "Cure & Care", reinterpretando l’esperienza torinese di una "quotidianità che cura" di CasaOz, da cui è nata l’idea iniziale di WonderLAD, sviluppata poi nel connubio tra bio-architettura e arteterapia.
Un ambiente armonioso
Come è proprio del mondo LAD, edificato da Cinzia ed Emilio sulla consapevolezza di quanto anche un ambiente circostante armonioso possa incidere positivamente sullo stato psicologico ed emotivo dell’essere umano. Soprattutto di un bambino. Arte, psicologia, architettura e solidarietà sono, dunque, le colonne portanti di questo luogo, voluto peraltro non solo per i bimbi malati non ospedalizzati, ma anche per le loro famiglie, fratellini e sorelline compresi, affinché il percorso della malattia - già a partire dalla delicata fase diagnostica - non prenda del tutto il sopravvento sulle loro vite. Allentato da un altro caposaldo di WonderLAD: l’incontro. Anche con i bambini del territorio, in particolare delle scuole, per mantenere vivo il rapporto con il mondo esterno attraverso la relazione quotidiana, attenuando quel senso di isolamento che spesso la malattia oncologica porta con sé. E raggiungere così un unico, significativo obiettivo: salvaguardare l’infanzia attraverso "l’arte che cura".
di Ornella Sgroi
21 marzo 2020
FONTE: Corriere della Sera
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