lunedì 8 febbraio 2021

In Langa il medico che combatte la paura da Coronavirus in sella alla sua Ambra

“I miei assistiti sono preoccupati per questa pandemia ma arrivando con la mia cavalla è come se facessi una mini pet therapy anti panico da Covid-19”

Tra i tanti effetti collaterali che ha questa terribile pandemia da Covid-19, c’è anche quello della paura, dell’incertezza su come comportarsi e anche la preoccupazione di non riconoscere in tempo i sintomi in noi stessi e nei nostri familiari. Per questo arrivare dai miei assistiti, spesso preoccupati, con la mia cavalla Ambra, è un modo per stemperare la tensione, rasserenare almeno per un attimo gli animi in questo brutto periodo. Del resto i cavalli sono stati tra i primi animali ad essere utilizzati con successo nella pet therapy, quasi come un calmante naturale”.

A dirlo è il medico di base Roberto Anfosso, mille e 200 persone delle quali prendersi cura, la cui età media supera i settanta anni e spesso va oltre i cento. Da loro, tra La Morra e Verduno, il medico Anfosso si reca al galoppo, ossia in sella alla sua bella cavalla Ambra.

Ormai i miei pazienti sono abituati a vedermi arrivare a cavallo e soprattutto in questo periodo così difficile, dove a dominare è l’incertezza, noto che sono più sereni, perché identificano questo mio modo antico di muovermi con la volontà di voler dedicare loro più tempo e si sentono gratificati”.

Il Coronavirus è arrivato anche sulle belle colline di Langa?

Purtroppo sì. Ad ora ho avuto una paziente di novanta anni e un uomo sui sessanta deceduti per Covid-19, più altre persone in quarantena. Nonostante l’isolamento naturale di queste aree, la pandemia, anche se in maniera inferiore, ha bussato alla porta di queste cascine”.

Come è cambiato il suo lavoro?

Già prima facevo molte visite a domicilio, proprio per agevolare gli assistiti che hanno difficoltà a muoversi per venire in ambulatorio. Per questo ho tutti gli strumenti di cui ho bisogno nelle due bisacce portate da Ambra. In questo periodo, però ho un abbigliamento anti Covid19, ossia oltre a guanti e mascherina, utilizzo un camice monouso che dopo ogni visita butto via. Ma la diversità maggiore è ciò che succede prima delle visite a domicilio: ogni giorno ricevo dalle cinquanta alle settanta telefonate da parte di assistiti preoccupati ed impauriti per quello che sta accadendo, timorosi di essere stati contagiati e anche molto preoccupati per familiari ed amici infetti, per le loro condizioni di salute. Io tranquillizzo tutti, passo a domicilio anche se non richiesto e con la mia Ambra cerco di stemperare la tensione”.

Ambra è sempre contenta di farle da assistente?

“Assolutamente sì. Ormai conosce la strada e da chi visitiamo di più ci arriva senza le mie indicazioni. L’importante è iniziare bene la mattina
.

Cioè?

Per svegliarla devo arrivare da lei piano, accarezzarla per qualche minuto e darle il suo zuccherino. Solo dopo tutto questo nostro rito, Ambra mi fa un cenno di saluto con il muso e capisco che è pronta per le visite a domicilio dei nostri pazienti che ormai ci considerano una equipe che oltre ai farmaci porta anche sorrisi. E in questo periodo ne abbiamo tutti bisogno”.


30 aprile 2020

FONTE: La Voce di Alba

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