lunedì 6 settembre 2021

Le mille volontarie che puliscono casa alle donne malate di cancro

ROMA“Cleaning for a reason”. Ovvero pulire per un motivo. Sì, ma qual è il motivo? Consentire alle donne di prendersi cura di se stesse. Soprattutto quando sono malate. Potrebbe sembrare scontato, ma non lo è affatto. Soprattutto là dove non esiste un sistema sanitario gratuito per tutti (come negli Usa) ed efficiente (è il caso del Canada; nonostante il sistema universalistico più della metà degli abitanti acquista un’assicurazione privata per coprire le prestazioni non garantite).

Presupposti, questi, che rendono ancora più difficile la vita delle donne colpite dal cancro. Come se non bastasse la lotta nel percorso sanitario, ecco che si affacciano le preoccupazioni e le ansie di chi si fa carico ogni giorno della gestione domestica. D’accordo, la battaglia per la parità di genere sta incidendo sulle abitudini. Purtroppo i dati raccontano ancora un’altra storia, quella secondo la quale nella metà dei casi sono proprio le donne a occuparsi delle faccende domestiche (secondo una ricerca commissionata da Nielsen sono il 56% in Italia mentre la media europea è del 49%).

E così qualcuno ha deciso di darsi da fare offrendo una risposta concreta. E’ il caso dell’americana Debbie Sardone, fondatrice e presidente dell’organizzazione non profit “Cleaning for a reason”.
L’idea è nata un po’ di tempo fa. Come ogni giorno Debbie era al lavoro. Ha un impiego nell’impresa di pulizie “Buckets & Bows Maid Service”. Ricevette la chiamata di una donna che a causa della malattia non aveva le forze per fare le pulizie di casa. Però non poteva neppure permettersi di pagare qualcuno che le facesse al posto suo. Disse questo e riattaccò. Per quella donna la telefonata all’impresa di pulizie rappresentava uno sfogo quasi disperato.

Ma in quel preciso momento Debbie ha giurato a se stessa che nessun’altra donna con lo stesso problema avrebbe dovuto preoccuparsi delle pulizie domestiche. Debbie ha coinvolto un po’ di amiche e ha iniziato ad aiutare chi ne aveva bisogno. E il bene, si sa, è contagioso. In poco tempo la rete di solidarietà si è estesa talmente tanto da rendere necessaria la costituzione di un’associazione.

«Il nostro obiettivo è quello di consentire a queste donne coraggiose e forti di affrontare le terapie concentrandosi solo ed esclusivamente sulla loro salute» spiega Debbie. «Noi facciamo solo una piccola parte. Ma pulendo le loro case possiamo evitare che si preoccupino per qualcosa che non deve assorbire le loro energie né tantomeno il loro tempo».

Ovviamente il servizio è gratuito. Oggi la “Cleaning for a reason” opera sia negli Stati Uniti sia in Canada e conta ben 1.200 volontarie che dal 2006 hanno aiutato più di 24 mila donne donando ore di volontariato quantificabili economicamente in oltre 6,3 milioni di dollari.


di Gianluca Testa

7 febbraio 2017

FONTE: Corriere della Sera

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